lunedì, novembre 27

Erasmus Tilburg live in Extase

Karaoke night.
Apocalypse in tilburg.

All'extase di tilburg si è cominciato in tranquillità, con i primi interpreti timorosi - i mentor fanno il loro dovere di apripista. L'atmosfera però si fa vivace senza troppa difficoltà - e scende in campo little italy per cominciare a scaldare le corde vocali: t.fora, saralla e il sottoscritto con special guest eszter dall'ungheria si lanciano in summer of 69. Birra dopo birra, la waiting list per cantare si allunga, le performance si fanno più audaci e deliranti, il pubblico canta e balla appassionatamente, sul palco si succedono strip-tease involontari, interpreti improbabili (il rumeno inquietante che canta Forever young), balletti folkloristici - è di nuovo il caso di little italy, con yellow submarine, stavolta includendo anche gio e sarasdraia.
Il finale è decisamente apocalittico, venti persone su un palco per sei o sette, mi ritrovo per terra sullo stage a combattere con tim e dave mentre un intero pub ubriaco canta hey jude, knocking on heavens door e - come pirotecnico finale - it's a final countdown degli europe.
Wow.

Spezziamo un'arancia in favore dei dutch, che quando ce vo' ce vo'. Oggi una serie di personaggi (intendo: gestori di parcheggi di biciclette e poliziotti) si sono dimostrati molto gentili per farmi riavere la bici di valerio di cui avevo perso le chiavi * , chiamando gente per farmi segare il lucchetto e senza farmi pagare niente. Carini - grazie.

*in realtà, la faccenda è più complicata. Ieri sera, complice l'ubriachezza, vado a mettere la chiave nel lucchetto di valerio (la mia bici ha una gomma bucata da quando stavo andando a prendere il treno per rotterdam), e la chiave entra con molta fatica. Due elementi chiave per il seguito: 1) la maggior parte di noi erasmus ha lo stesso tipo di lucchetto, che ci è stato fornito quando abbiamo comprato la bici all'università i primi giorni; 2) valerio mi aveva avvertito che la sua chiave fa fatica a entrare e girare, e di stare attento.
Dunque, io prima con tutta la delicatezza del mondo, poi forzando con calma, e infine, esasperato, provando il colpo secco vincente, come destino ha voluto, ho spezzato la chiave dentro. Con conseguente serie di madonne, e per l'ilarità di flora e giovanni che stavano lì con me. E vabbè, mi faccio dare uno strappo da flora, e torno a stapps. Nel cooldown di fine serata a casa mia, tirando fuori le chiavi per aprire la camera, realizzo l'incredibile verità e mi metto a ridere da solo come un pazzo.





Ho cercato di aprire la bici di valerio con le chiavi della mia.

domenica, novembre 26

Comincia a calare la tela

Tre maledette settimane alla fine dei giochi.
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah.

No no no no no no no no no.
No.
Punterò i piedi, scalcerò, urlerò, piangerò tutte le mie lacrime, mi siederò in un angolo a guardare tutti gli altri che punteranno i piedi, scalceranno e urlando piangeranno tutte le loro lacrime.

No no no.

Quindi capite che ora come ora la voglia di studiare è sottozero nonostante gli esami incombano.

Siamo stati a rotterdam, e a deft.

Rotterdam è fenomenale, vabbè che ognuno torna da lì dicendo "è moderna" ma effettivamente - è moderna. Palazzoni alti di vetro, spazi ampi, il porto è bellissimo, locali sulla riva del mare (non si intende spiaggia eh), persone di tutte le nazionalità (nel coffeeshop di venti persone eravamo gli UNICI bianchi, e simona l'unica donna). Un sano ritorno agli hamburger, nostri fidati compagni di ogni viaggio. Valerio si è innamorato dei sausje brotchen (non ho idea se si scriva così), una sorta di rustici con carne probabilmente umana dentro, che vendono nei supermercati albert hejin (la battuta albert einstein viene fatta ogni volta, quindi non pensiate di essere originali...), ogni tanto spariva e ricompariva con uno di sti cosi, almeno 5-6 volte al giorno.

Deft è piccola e fondamentalmente inutile, fortunatamente c'era un coffeeshop ma sfortunatamente non era un granché. Tra l'altro abbiamo conosciuto dei tizi in erasmus dal belgio. Cioè, tipo da cinquanta chilometri di distanza. Mah.

Oggi HO DORMITO, finalmente. Quelle dieci-dodici ore che ti rimettono in pace con il mondo dopo una settimana in cui dormo zero perché - circolarità di motivi, la fine del post si avvicina -

l'erasmus sta finendo, la tela comincia a calare e non voglio perdermi NULLA di ciò che è da venire.

Ciao bastardi!

mercoledì, novembre 22

La convivenza con gli olandesi!

Ogni serata meriterebbe un racconto, ma mi dispiacerebbe diventare ripetitivo.
Quindi, parliamo male degli olandesi, va.
Sarà un post noioso, acido e razzista.
Premettete ad ogni frase dove sembra che ci stia bene un "secondo me", così non mi accusate di generalizzare (troppo), bastardi rancorosi che altro non siete.

Allora, gli olandesi sono degli stronzi.
Senza mezze misure. Razzisticamente, spudoratamente. In finale, il razzismo può riassunto in certi casi come il fidarsi un po' troppo della media delle persone di un popoplo che si incontrano (nei casi peggiori, sulla base di poche persone), e - essendo questa media poco piacevole - estenderla al popolo in generale. E qui la media è preoccupante.

Da quando sono qui, ovviamente, di olandesi ne ho conosciuti un sacco, dal livello più basso - indiretto, ovvero sentirne parlare da qualcun altro, o tipo la commessa del supermercato - a quello più alto - confidenza. Ecco, punto primo: con NESSUNO sono riuscito ad andare oltre un certo livello di confidenza che mi facesse pensare a una sorta di amicizia. Nessuno, dei forse cinquanta mentor che ho conosciuto. Sarà un atteggiamento sbagliato mio? Possibile. Ma cavolo, strano, su cinquanta maledette persone. I dutch ti danno confidenza, ma in molti momenti si può percepire che è più una cosa di facciata che altro, limitata all'how are you doing, e spesso l'impressione netta è che "si tengano qualcosa per sè", se è un concetto comprensibile. Lasciano capire, più o meno velatamente, che di te non gli importa. E che quando ci sarà l'occasione di mettertelo in culo, se a loro converrà, probabilmente lo faranno.E al tempo stesso, ma questo è sicuramente distorto dalla nostra condizione di exchange students, fanno invece molto gruppo tra di loro, il che è sempre poco piacevole da vedere come contrasto. Inoltre: hanno regole stupide e irritanti, e le seguono senza concedere nulla alleeccezioni. Sarà che in italia è tutto il contrario, ma dà proprio ai nervi, certe volte. A volte- ma non sempre - sono arroganti. Passiamo agli esempi pratici:

Nei primi giorni, io e tajana avevamo bisogno di un libro. Chiediamo a due tizi olandesi in classe nostra che - gentilissimi - non solo ci offrono di prestarci il loro per copiarlo, ma ce lo copiano loro stessi. Nei giorni successivi e fino ad oggi - e contate che in classe siamo meno di quindici - questi se li vediamo non ci salutano. Ma è normale? Come quell'altra tipa la-figa-ce-l'ho-solo-io, sempre della mia classe, che incontro in palestra, ci incrociamo nel corridoio e manco alza gli occhi. Ma vattene, va. Ma poi capito, cazzo, hai degli studenti stranieri in classe, interessati un po', anche solo per sapere da dove vengono, che studiano, o almeno presentarsi, boh. Però qui ci spuò stare che è questione di personalità. Io mi ricordo che quando abbiamo avuto le spagnole da noi a padova, ero contentissimo di avere finalmente qualche erasmus in classe, e insieme agli altri ci davamo anche da fare per dargli una mano quando potevamo. Però c'è da dire che qui c'è anche la questione della lingua (magari a loro non viene da parlare inglese) e - ripeto - è anche questione di personalità, sulla cui cosa non si può dire male.
Ah! Non mi ricordo se ho già parlato della nostra odissea a utrecht, ma anche lì: siamo (io dani e valerio) a casa di questa tipa con genitori e famiglia, stiamo per perdere l'ultimo treno della serata, lo facciamo presente e NON UNO che offra di darci un passaggio, che eravamo un po' fuori città, o almeno, che ne so, consigliarci una soluzione alternativa! Che straccio di stronzi, mi viene il nervoso ancora a ripensarci. Penso che in italia qualsiasi genitore di amici avrebbe trovato modo di dare una mano - o almeno, l'amico o amica in questione avrebbe chiesto, no? Che poi, essendo sto atteggiamento così generalizzato e diffuso vuol dire che è proprio questione di cultura, sul serio, voglio dire: la tipa era carina e sorridente, simpatica davvero, ma non ha proprio pensato di darci una mano! E tra l'altro, questa ci ha invitato al "suo compleanno" che in realtà si è poi rivelato una festa con la famiglia, oltretutto in culo ai lupi - PERCHE' santo dio, non dirci semplicemente ci vediamo dopo in centro - e durante la suddetta festa ci ha pisciato per gran parte del tempo, lasciando noi tre stronzi in piedi in un angolo che guardavamo affamati come le tigri i vassoi con la roba da mangiare che questa idiota non ha neanche pensato di offrirci se non dopo nostra richiesta (eccheccazzo). E tutto questo, vi giuro, con naturalezza. Quando (ovviamente, dopo che l'abbiamo chiamata noi) è venuta a parlare con noi per una decina di minuti ed era socievole, carina e tutto. Ma per tutto il resto, gesù mio.

Passiamo alle regole stupide: a un torneo di calcetto, se una partita iniziava in ritardo, doveva comunque finire all'ora per cui era prevista la fine - in pratica, durava di meno. Oppure: per certe cose non si può pagare in contante, in altre non si può pagare con la carta di credito. Abbastanza normale, se non fosse che queste "cose" sono distribuite in modo casuale e imprevedibile. Tipo: per tutte le macchinette automatiche, compresi i biglietti del treno, non si può utilizzare cash. E anche: per le fotocopie serve una scheda magnetica che però NON è ricaricabile e ogni volta che la ricompri ovviamente paghi un po' di più dei soldi che ci sono dentro. La domanda è: ma perché? Che senso ha? Stupidi olandesi. Un episodio riassuntivo terribile: a tajana hanno fatto una multa sul treno (tra l'altro pure lì sono stati di una rigidità eccessiva), e lei per pagarla doveva AVERE UN CONTO IN BANCA. Ma che razza di regola è? Ma che c'entra? E tra l'altro le hanno pure detto che il conto doveva essere il SUO, anche se dopo ha pagato con quello di saralla e pare sia andato bene. Stronzi. Questi chiudono una strada per non so che genere di lavori e non lasciano neanche uno straccio di passaggio per le biciclette - e vi assicuro che la strada alternativa era davvero più lunga - e immagino qualcuno che se la deve fare a piedi. Aaaaggghh. Ah, e la suddetta chiusura senza avvisare prima, naturalmente. Pffff. Minchia quanto acido da buttar fuori. Prometto che ho quasi finito.

Allora, anche se penso avrete capito che si potrebbe andare avanti ancora un po', passiamo agli ultimi due esempi, i più atroci.
Uno: dave cammina per la strada, arriva un pazzo scocciato, grosso e pericoloso, lo incrocia e lo colpisce in faccia. Senza. Alcuna. Ragione. A venti metri, due poliziotti. Qualcuno strilla qualcosa tipo L'ha colpito in faccia! I polismen si girano, vedono dave e il tipo che se ne sta andando camminando. Si rigirano, e se ne vanno.
Due: ieri sera, brenton caduto dalla bici con la bocca che sanguina. Passano due poliziotti: tutto bene? E lauren: no, forse è meglio chiamare l'ospedale. Poliziotti: ah ok. E - again - se ne vanno.


Tutte queste cose andavano dette e non dimenticate. Non è che abbia perso la speranza di qualche olandese degno, ma la direzione è quella. Oh, però ogni volta che conosco uno nuovo ste cose me le dimentico, eh, abbasso i pregiudizi, peace and love.

Rimane il fatto che la frase "paese di merda" io e tajana ce la diciamo almeno un paio di volte al giorno.

lunedì, novembre 20

Lo spartito

QUESTA E' UNA COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Qui comincia l'ultima parte della storia di Viva!.
Gli ultimi venticinque post.

E' tempo di chiarire come sta funzionando Viva! da un po' di tempo a questa parte, dopo tutto il lavoro ci mancherebbe che non vi parlo della traccia. Dello spartito, diciamo. Ecco, rappresenta una parabola (immagine che molto mi piace). Ora mi prenderete per maniaco schizzato ma io penserei prima a un bell'esame di coscienza, eh bastardi? Chi non ha le sue manie? Ricordo una persona - che manterrò anonima - che dà via di testa se gli spostano l'ordine delle penne nell'astuccio. Quindi direi che sono nel pieno diritto di costruire un blog parabolico. Eccheccavolo.L'idea mi è venuta con il post Dodici vite, che può in qualche senso essere considerato un riassunto di tutto quello che c'e' dentro Viva!. Casualmente era il post numero 51. Siccome avevo bisogno / voglia di qualcosa che mi stimolasse a scrivere, in quel momento, ho pensato a questa "regola": che i restanti post avessero un titolo che in qualche modo richiamasse il simmetrico rispetto al #51. Per amor di parabola. Faccio prima a farvi l'elenco che a spiegarvi.

  • Lungimiranza! / Scenari
  • 40 (breve malinconia) / In trentanove è già un problema
  • Mangiarane del cavolo / Rospi (la Volontà)
  • Ma per fortuna (o purtroppo) lo sono / (io mi sento) adattabile
  • Come barzagli e cannavaro / Gli Emuli!
  • Geni del male / Mentre io continuo a non capire un cazzo
  • Coltelli e cucchiai / La carne con le mani
  • Sguardi senza scatti / Davanti ai miei occhi
  • Torto marcio / Ragioni da vendermi?
  • Fino ad esaurimento: no / Forever
  • Se matrix / Il mondo nuovo (analisi anatomica)
  • Lui la guardava / ...dunque gli sbirri si avvicinano e gli dicono...
  • Giugno / Impressioni di settembre (e discorso sui blog)
  • Mi giustifico! / Ultimo Appello
  • Usa la Forza... / Sono tua madre!
  • Dove siete finite, bastarde? / LOST
  • Questa stronzata / Questa serata (ordinario delirio)
  • Come una coltellata nella spalla / Un calcio in culo
  • Pentacchi! / Macellai: mettendo a ferro e fuoco la scandinavia
  • Intermezzo / Momento di riflessione
  • Delirio # 2 / Delirio # 3
  • E l'astronauta no? / Giocoliere, la pazienza del
  • Il mio amico alex / Restiamo amici?
  • She comes from bologna / What comes from our (drunk) minds
  • Urla / Urla: in the Netherlands (Hvala)

Apprezzate, bastardi? Alcune mi sembrano carine, altre sono inevitabilmente forzate. E' stato interessante scrivere sotto questi vincoli cercando comunque di non farsi incastrare troppo. Adesso lo sapete, andrò avanti così fino alla fine. Trattare un blog come un fumetto e' strano? Vabbe, ma almeno i blog dei fanatici religiosi sono peggio, no? Come no? Ma almeno quelli delle ragazzine del genere Viva la morte? E quelli dei trentacinquenni in crisi esistenziale che postano le poesie che scrissero al tempo della scuola elementare? Nemmeno? Ma uffa...Vabbe', la pianto.Il prossimo post sara' piu' interessante, prometto.

Con comunicazioni di questo genere ci vediamo all'ultimo post, per saluti e ringraziamenti vari. Viva! avrà un seguito, da qualche parte su internet, ma questa volta ve lo dovrete trovare da voi.Buon proseguimento, bastardi.

Ah: menzione speciale ("spontanea") a magi che mi ha iniziato alle gioie dei messaggi vocali su msn!

Alla prossima, al prossimo.

mercoledì, novembre 15

Urla: in the Netherlands (Hvala)

(per una migliore comprensione, si consiglia di leggere http://beckks.blogspot.com/2006_05_01_beckks_archive.html
alla voce Urla)

Questo è uno dei pochi post con un destinatario specifico.
Ma se lo merita.


E' dedicato a una persona con cui ho sempre avuto un rapporto fatto di fasi alterne, che hanno compreso il passare intere giornate insieme, il vedersi ogni tanto, il non calcolarsi per settimane.
Una persona che - mi rendo conto adesso - non avevo conosciuto per quello che effettivamente* era, prima, e spero di continuare a vederla sempre come la vedo adesso, di continuare il nostro rapporto così com'è adesso, che mi piace proprio.
(parlo di amicizia, of course)
*l'essere e il non essere se stessi durante l'erasmus è un concetto che andrebbe dibattuto per giorni e giorni. Io mi fido delle mie impressioni.


Comunque, il motivo per cui mi è sembrato giusto dedicare un post a questa misteriosa persona è per ringraziarla, e precisamente per aver
litigato con me,
un certo giorno, un po' di tempo fa. Vi ho detto, è veramente veramente raro che io litighi con qualcuno: stavolta me lo meritavo, e mi è servito. Per capire un bel po' di cose su di lei, e su di me. E da parte sua, lei - nei giorni seguenti, e ancora adesso - mi ha mostrato di avere capito cose su di me, nonostante il mio mal modo di farle capire. In effetti, è stato proprio da allora che il nostro rapporto qui ha cominciato a "girare". E spero che continui così, anche dopo.
Tutto qui, ecco, soltanto un ringraziamento pubblico. Un semplice Hvala.


Stucchevole?
Scusate, questa volta ci stava.

domenica, novembre 12

What comes from our (drunk) minds

Serata di giochi alcolici a casa di tajana.
E che giochi, signori miei.
Anzi, già che la voglia di studiare è sottozero, vi spiego pure le regole. Che volete, carte o dadi? Carte è più facile, mi sa. Allora, si spargono le carte sul tavolo. A turno, ognuno ne pesca una. I risultati possono essere i seguenti:
  • two for you: chi pesca un due può assegnare un sorso di birra (o qualunque altra cosa, c'erano flavio e tajana che giocavano con la vodka...) a chi vuole
  • three for me: chi pesca un tre beve
  • four to the floor: quando esce un quattro, tutti devono puntare il pollice verso il basso. L'ultimo, beve
  • five to the sky: lo stesso, ma il pollice va verso l'alto
  • six for the chicks: le ragazze bevono
  • seven (non mi ricordo la rima): i ragazzi bevono
  • eight: categories. Chi pesca l'otto dice una categoria (tipo: marche di automobili, squadre di calcio olandesi, parolacce) e a turno bisogna dire un elemento della categoria. Il primo che non dice niente o ripete qualcosa di già detto, beve
  • nine busta rhymes: chi lo pesca dice una frase (IN INGLESE) e a turno bisogna fare una frase che faccia rima con quella. Goes without saying che il primo non in grado di farlo beve
  • ten never ever: chi pesca un dieci dice qualcosa che non ha mai fatto nella sua vita. Chi invece l'ha fatta, deve bere (esempi: fumato una canna, fatto sesso negli ultimi dieci giorni, o se sei bastardo puoi dire robe tipo mai mangiato pasta e tutti bevono). Nota bene: quello che pesca il dieci è incluso, quindi se anche lui quella cosa l'ha fatta, beve. In pratica, è il Gioco Del Mai, per chi lo conosce
  • jack: puoi inventare una nuova regola. Ci ritorno alla fine perché è la cosa più divertente
  • queen: quiz master. Chi risponde a una domanda fatta da chi ha pescato una donna, deve bere. La regina rimane in carica fino a quando viene pescata la successiva
  • king: con i primi due non succede niente. Il terzo decide qualcosa, una punizione, che il quarto re che verrà fuori dovrà eseguire. Esempi: bere tutto il bicchiere, uscire fuori e cantare a voce alta una canzone saltando a piedi pari (è toccato a giovanni), scambiarsi i vestiti con la persona alla propria destra
  • ace (asso): waterfall. Tutti iniziano a bere contemporaneamente. Quello che ha pescato l'asso smette quando vuole. Gli altri possono smettere solo quando quello alla propria destra ha smesso (ma volendo possono anche continuare). E' la regola più cattiva, talmente tanto che è difficile da applicare, specialmente se si è in tanti (e noi eravamo una decina, decisamente tanti). Infatti l'abbiamo sostituita conuna semplice bevuta sociale (tutti bevono)
All'inizio del gioco le carte andrebbero disposte a cerchio (è facile ma difficile da spiegare a parole). Allora, è come sono messe per la chemin de fer (il mazzo "sdraiato"), solo in circolo invece che in linea retta. Al centro va messo uno shot (tipo vodka). Chi, nel pescare la sua carta lascia un gap (uno spazio) tra una carta e l'altra, tale che si veda il tavolo, si beve lo shot. Quando non è più possibile pescare senza provocare gap, la regola ovviamente viene abolita. Quando le carte finiscono, è ammessa una pausa prima di mischiare e ricominciare.

Dicevamo del jack. Esempi tipici di "regole" (che nel gioco dei dadi invece valgono SEMPRE) sono: non si possono dire i nomi delle persone presenti (quindi, usare giri di parole per chiamarsi), non si può indicare (questa è terribile), non si può dire "drink" (questa è anche peggio), non si possono dire parolacce, in nessuna lingua (e il gioco può diventare veramente esasperante, vi assicuro che viene da dire Fuck ogni due minuti...). Naturalmente, più si beve più uno tende a dimenticare le regole...e si beve di più (ah: naturalmente chi trasgredisce a una regola beve) con queste che con il resto del gioco. Esempio di dialogo tipico:
"you have to drink"
"fuck you"
"she said a bad word!"
"yes, and he said "drink"!"
"now you said it too, lorenzo, so you have to..."consume it"..."
"yes but YOU say my name..."
"he's pointing! he's pointing!
"yes but you're pointing at MEEE!!"
Un delirio, in pratica. A proposito, mi raccomando praticate che quando torno voglio tutti esperti eh. Ok voglio raccontarvi adesso il momento più alto della serata.

Che non è flora che stamattina dice di avere vuoti di memoria e che è grata di essersi svegliata nel suo letto e da sola, non è tajana che cerca di salire sul divano, cade e rimane sul pavimento a ridere, non è giovanni che canta Teorema saltando a piedi pari e dopo sempre per la regola del Re deve andare a scroccare una sigaretta (in teoria doveva bussare a una finestra, ma ha avuto culo che passava qualcuno. Tenete presente che erano le 3 di notte), non è gabor che diceva Shit in continuazione e beveva di conseguenza in continuazione, non è quando qualcuno ha furbamente proposto, dopo una trentina di birre, di passare al VINO, non è johann che torna dal bagno quando erano stati pescati più volte 4 e 5 e lui ovviamente viene considerato l'ultimo ad aver girato il pollice e quindi si beve a buffo un tot di bicchieri.
Ma è stata la geniale idea di non mi ricordo chi, che pescando un jack ha detto:
prossima regola:


"non si può più parlare inglese"


L'apocalisse. Tenete presente che eravamo, in quel momento, due italiani, uno spagnolo, un francese, una ceca, una polacca e un ungherese. Si alternavano momenti di surrealismo quando due persone dialogavano con nonchalance nelle proprie rispettive lingue aiutandosi al massimo con i gesti (non è alla fine difficile dire Pesca! o Le ragazze bevono! - ma tenete conto che non si poteva neanche indicare nè dire nomi...) a momenti di sforzo interlinguistico in cui italia spagna e francia tentavano di capirsi in spagnolo, poi gabor parla un po' di francese, io e simona tentavamo di capirci in tedesco e in finale ceco e polacco hanno delle parole in comune...insomma, veramente pazzesco, assurdo, fenomenale. E abbiamo resistito un sacco, senza nessuna concessione all'inglese, fino a quando qualcuno, esasperato, non ha detto, per la gioia di tutti, Let's switch back to english.

Il finale della serata mi è valso stamattina uno sguardo che era sì di incazzatura ma del tipo Come si fa a non ridere anche se sono incazzata, da parte di rozio (rocio? rosio?), la coinquilina di tajana (NOTA BENE: sia lei che tajana dormivano, mentre noi siamo andati avanti A CASA LORO per altre ore buone, visto che il loro appartamento è di gran lunga il migliore di tutti). Insomma, ieri sera, ubriachi ciucchi, eravamo rimasti soloio giovanni e dani. L'idea geniale che ci viene è: FACCIAMO SUONARE L'ALLARME ANTINCENDIO!! Che cretini. E ci mettiamo sotto 'allarme a bruciare un fazzoletto, di modo che il fumo raggiunge i sensori e per l'appartamento si diffonde un piacevole UEUEUEUEUEUEUEUE. Noi scappiamo ridendo come bambini (stupidi), e dalla mia finestra vedo poi rozio che deambula fino all'allarme e lo spegne, presumibilmente incazzata come una iena.

Un'altra serata da regalare alla storia, signori e signore.
Un capolavoro, veramente.
Applausi del pubblico, cala la tela.

Ora sono le 4 è presto per pranzare ma a breve inizieranno le comunicazioni di servizio su msn, e inizieranno quei pranzi domenicali che - come ovunque nel mondo - si sa quando iniziano e non si sa quando finiscono.

Hasta pronto, companeros.

sabato, novembre 11

Restiamo amici?

Here we go, once again.
L'ennesima sbornia, gli ennesmi hamburger alle 3 del mattino (beh, non è che siano sempre hamburger, ma tra toast, kebab e compagnia il concetto quello è). Ah, da segnalare che gli hamburger sono stati degnamente accompagnati da AMARETTO DI SARONNO - anzi, no! Da un'ignobile sottomarca chiamata AMARETTO DI ANTONIO. Come a dire, la mazzata finale, dopo i tre barili da 50 litri del compleanno di Joni e Szaba. L'ennesima festa. L'ennesima incapacità di dedicarsi a qualsiasi cosa, la mattina dopo. L'ennesima giornata persa a vagare su internet, a guardarsi le vecchie puntate di LOST, a joinare i coinquilini che si ammazzano di proevolution soccer e monopoli. Darsi appuntamento per il pranzo con tajana giovanni e valerio alle 4 pm.
Con una novità, però.
Che ieri, alla festa, c'era una persona che non c'era.
E la cui assenza un po' si è fatta sentire.
Che poi è strano, perché qualche giorno fa pareva che e poi invece.
Mah.
Ma ve l'ho detto, non riesco a dedicarmi a nulla, figuratevi a scrivere un post decente.



Il problema, fondamentalmente, è che è italiana.

martedì, novembre 7

Giocoliere, la pazienza del

(Consiglio per gli acquisti: caricatevi tutto lo scaricabile di tenacious d, ma soprattutto fuck her gently)

Io sarò anche strano perché vedo metafore della vita in praticamente tutto, ma praticando con le palline una riflessione mi nacque - come si suol dire - spontanea. Fondamentalmente le cose della vita (scusate, non trovo nome migliore) per me si dividevano in due: quelle che posso fare, che coincidono più o meno con quelle che so fare sostanzialmente bene e mi piacciono - e quelle che non so fare, perché non ci sono portato, non mi piacciono e soprattutto non imparerò mai.

Congiuntamente ad altri cambiamenti interiori, ho iniziato a giocolare, e da subito mi sorprese il fatto che riuscivo a fare la combinazione base con le tre palline. Guardavo la gente che faceva pezzi assurdi e pensavo, of course: non ce la farò mai. Sono contento di quello che sono riuscito a ottenere, può bastare così.
E invece no, bastardi. Una volta tanto ho avuto voglia di praticare, di buttarmi, di allenarmi. Come non mi succede quasi mai (un esempio: sono allo stesso livello di chitarra da secoli, ormai), ho scoprerto che le mie capacità potevano andare ben oltre quello che inizialmente mi aspettassi.
Tutto qui, ma non è poco - per me.


Lasciare raffreddare per circa un minuto, estendere a piacimento e servire.

sabato, novembre 4

Delirio # 3

Liberamente tradotto dall'olandese / inglese, e anzi in realtà semplicemente ricostruito / inventato sulla base di racconti di seconda o terza mano.

Carabiniere: "Salve signorina, ci scusi può sollevare le braccia? Vorremmo perquisirla, ma non si preoccupi, è un normale controllo"

Mirella: "Certo, fate pure"

Carabiniere: "Sembra tutto in ordine...può svuotare le tasche?"

Mirella: "Nessun problema: ecco, sigarette, chiavi, telefonino, un grammo di erba,..."

Carabiniere: "Ah ok tutto a posto grazie e scusi per il disturbo"



That's the sunnyside of holland.
Roba che in italia sarebbe un delirio. Se posso lanciare una volta tanto un messaggio politico vero e proprio, da quando sto qui mi pare che mantenere illegale la marijuana sia veramente una stronzata.
Cheers.