martedì, ottobre 31

Momento di riflessione

Post politico

(pare vero)

Ma lo sapevate che nonostante la globalizzazione sembri un processo potentissimo e a tratti irreversibile, inteso nei significati di

uniformamento di usi e costumi su scala mondiale
maggior semplicità di comunicare, con qualche mezzo, anche con l'altra parte del pianeta
maggior semplicità di spostarsi e viaggiare, con qualche mezzo, anche dall'altra parte del pianeta
larg(hissim)a diffusione di internet, in particolare delle comunità virtuali

unitamente al fatto che

i rapporti tra europa e usa sono stretti e amichevoli, almeno in media e dal punto di vista culturale, intesi come imitazione nostra degli americani, ma anche viceversa
la cultura globale spesso sovrapposta come significato a "cultura occidentale"

e anche

passione americana per i cibi calorici, grassi, buoni e sostanzialmente nocivi

tenuto debitamente conto del fatto che

il misterioso oggetto del post - lo so! - non è europeo, ma direi che è entrato a far parte della "cultura europea" già da un po'

la domanda è:





come cazzo è possibile che negli usa non avessero mai sentito parlare di

KEBAB?

giovedì, ottobre 26

Macellai: mettendo a ferro e fuoco la scandinavia

Home.

Pensavo, durante il viaggio - che se aspettate un momento vi racconto, sempre a mettermi fretta eh - che la mia concezione di casa se ne sta un po' andando a puttane, nel senso che

  • mentre ero in svezia, pensavo a tilburg come alla "normalità": il posto dove sono relativamente stabile in questo momento, dove ho le attuali amicizie, compiti, stanza e letto
  • mentre sono a tilburg, of course, penso a padova come alla normalità, alla quale alla fine del semestre ritornerò e che è stata la mia città per tre anni (minchia quanti!) e continuerà ad esserlo ancora almeno per un po'
  • e quando sono a padova inevitabilmente mi ritrovo a pensare a terni come casa.
Quindi, un po' di confusione residenziale, per così dire. E è bello avere due parole, in inglese, una - house - che vuol dire la casa in senso di abitazione e struttura fisica, e una - home - che si porta appresso tutto il significato della casa, cuccia ciotola e senso del ritorno.

Passiamo al viaggio, va. Non mi va di entrare in cronaca cronologica, ma non mi va neanche di mettermi a fare quelle tirate di ricordi tra l'intenso e il melenso (rima interna...dedicata ai due che vengono a trovarmi il mese prossimo, of course) elencando tutti gli avvenimenti, le avventure e le piccole cose. Avete presente? Un tempo li adoravo, questi "elenchi", dopo un po' però mi sono accorto di quanto siano effettivamente abusati (jovanotti, per esempio, ci ha costruito TUTTO il suo ultimo album), e da allora cerco di usarli con parsimonia. Ma non temete, che alla fine dell'erasmus ce ne sarà uno bello, strappalacrime e lungo come la fame. Ma non adesso. Quindi, si proceda per flash(es).

UNO: SUDORE

Corse disperate, a pacchi, per prendere ogni genere di mezzo, dal treno all'aereo alla nave. Decine (e decine) di euro buttati per i taxi, di cui i più eclatanti a stoccolma (centodieci chilometri, quaranta euro) per colpa di un cazzo di autobus che passava solo ogni due ore.
Gambe veloci, adrenalina, troppe valigie da trascinarsi dietro. Urla. Ansia, telefonate, controlli frenetici. Soldi da ritirare, da cambiare, corone

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"corona" in svedese si dice "sek". Al plurale, "seks", almeno secondo noi. Da qui una serie infinita di giochi di parole, tipo "can i pay with seks" o "i give you seks if you give me euros"...come resistere?
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Sudore, nel maglione e sul viso, la paura di non farcela - che cazzo facciamo se perdiamo la nave, dobbiamo restare a helsinki, tornare all'ostello, trovare un altro modo di tornare a stoccolma ma come? e quando? - e la lucidità da mantenere sempre - vagliare le alternative in tempi minimi, chiedere informazioni, correre nella direzione giusta.

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ce l'ho sempre avuta, questa cosa di giocare al lìder, una roba di natura probabilmente. Decidere cosa fare - naturalmente cercando di proporre senza imporre - come farlo, eccetera. Non riesco a non farlo
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DUE: DENARI

il club più ELEGANTE della mia vita, una di quelle robe che generalmente si vedono nei telefilm tipo nip/tuck, gente che ordina champagne, vecchi magnaccia bavosi appresso alle ragazzine, ragazze tirate all'inverosimile e per la maggior parte bellissime, un piccolo casinò, e denaro, denaro, che trasuda da ogni gesto, da ogni polsino e da ogni goccia di vodka imperiale che finisce sul tappeto, dai tacchi della sedicenne figlia dell'imprenditore più ricco della svezia intera, dal gilet controfirmato che veste preciso il corpo di un giovane uomo con il mondo nelle sue tasche e - qualcuno potrà dire - il vuoto dentro.
Ma chi può dirlo.
Almeno, siamo entrati senza pagare, valerio ha perso dieci euro a blackjack ma insomma, è un buon risultato. A mezzanotte e mezza eravamo da max.

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Chi sa come sono quelle ragazze, da ubriache.
Chi sa come sono a letto.
Quando scopano, e quando stanno per addormentarsi.
Chi sa come sono quando gli arriva una brutta notizia. O una buona.
Chi sa se si innamorano.
Chi sa se respirano.
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TRE: HAMBURGER

Max. Mc Donald's. L'aeroporto di Charleroi. Hamburger su hamburger su hamburger. L'ultimo giorno, quando con dani saccheggiavamo (TUTTI) i negozi di souvenir di stoccolma, ho mangiato finalmente qualcosa di diversa (gulasch) ed è stata una delle cose più buone che.

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federico un giorno ha detto "sembra di stare in un gulasch" ovviamente intendendo gulag, anche se poi si è corretto
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QUATTRO: LEGAMI

Sguardi diagonali a parte, siamo tornati legatissimi. Chi se lo aspettava. Cioè, era sì tutta gente che fin dal principio mi piaceva, ma il legarsi di più non rientrava semplicemente tra le mie expectations. Vabbè che a valerio è impossibile non affezionarsi, metà delle volte lo riempio di parole poveretto (sì ma fosse puntuale in UNA delle cose che fa!), ma è la persona più generosa che io abbia mai conosciuto nella mia intera vita, che prima vengono sempre gli amici e dopo lui stesso, come fai a non affezionarti. Con federico, quando dopo meno di ventiquattro're ci siamo visti dentro l'LG abbiamo preso a urlare e zompare come i cretini per minuti buoni. E con dani, lo stesso, ci siamo riempiti di cazzotti e subito abbiamo proceduto con i brindisi a suon di sambuca a un euro

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che tra l'altro quella maledetta sera ero a tanto così dal baciare quella francese che mi fa morire (che era ciucca stravolta) ma cazzarola, niente da fà. Però col cazzo che mollo.
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Simona è la solita, viene fa le fusa e se ne va. Vorrei dirvi, non è una strafiga simona, certo è carina, molto, ma la sua bellezza, fascino, irresistibilità (ma si dice?) senza quegli occhi, non sarebbe la stessa. Sembra che nasca, dagli occhi.

CINQUE: ALCOOL

Poteva mancare la sezione alcolica? No, non poteva. Una tequila sauza e un whisky ballantine's prosciugati nella nave per helsinki, una bottiglia da litro di vodka finlandia esaurita in dieci minuti (in cinque) sulla nave del ritorno insieme all'orribile birra ceca da 24 (VENTIQUATTRO) gradi, birre costose, un po' di vino in quella sera all'ostello di helsinki che era in culo al mondo e ci ha concesso il secondo pasto non-hamburger della vacanza, pasta accompagnata da un po' di vinello. Ubriachezza molesta, ubriachezza liberatrice. Ebbrezza di ballare, di parlare, di saltare giù dalle scale. Buttarsi sul letto sconvolto (io, e pure il letto), e perdersi tutte le fighe ubriache di cui i miei amici (TUTTI) stavano allegramente abusando. Ma chissenefrega.

SEI: STOCCOLMA

Una delle città - vi giuro - più belle che io abbia mai visto, tanto che ue giorni e mezzo non sono bastati. Spazi ampi, clima ragionevole, un sacco di acqua, even un centro storico. Andateci. Possibilmente non con la ryan che vi lascia in culo ai lupi, però andateci. Mentre helsinki non tanto più bella di...terni, diciamo. Quindi, potete anche evitare, ma il giretto sulla cosiddetta trombonave non ve lo potete perdere.

SETTE: MACELLO

Macello macello macello. Orari assurdi, pasti assurdi, alcol, mai tre giorni nello stesso posto. Canti popolari, italiani e inglesi. Un viaggio di ritorno allucinante. Amo questo posto, amo questa gente. Come non ho amato nulla, non nel senso che è di più ma nel senso che è un modo di affezionarsi diverso da qualsiasi altro che io abbia mai provato. Non offendetevi, bastardi, che lo sapete quanto io ami il diverso, sempre e ancora sempre. Ma senza nulla dimenticare.

Basta, tre giorni per scrivere sto post, ma si può?
Sto invecchiando.

Stasera come sempre c'è una festa, sono a scrivervi da camera di federico mentre aspetto che lui si prepari. Mi sento fighissimo, con la camicia migliore e una bottiglia di martini che mi sorride dall'altro lato del tavolo.

Buena suerte, bastardos.

lunedì, ottobre 16

Un calcio in culo

(ho appena appreso di avere un topo in casa)

Prima di lasciarvi alle vostre vite tediose e andarmene per sei giorni in svezia e finlandia, con rispetto parlando, alla faccia vostra, vado ad annunciarvi quello che mi aspetto dal viaggio, così poi al ritorno vediamo quanto ci avevo preso e quanto no.

Aaah, la Scandinavia. Uno dei miei grandi sogni, la Svezia (o forse era la Spezia?). Piena di bellezze naturali (intepretate voi) e nella mia mente attraversata da un'atmosfera diversa da quella del resto delle città europee che ho visitato. Poi magari no, però parto ottimista. Nel senso che in finale se vai a londra, a berlino o a amsterdam (intendo: da turista) le differenze è ovvio che ci sono ma nella mia percezione rimangono sfumature diverse di quello che è più o meno un unico modello di città e di stile di vita. Che possiamo chiamare Europeo, Occidentale o Comevipare. Ecco, invece io mi Aspetto (e se poi non è così cerco il Sindaco di Svezia e gli faccio il culo) un ambiente non del tutto familiare, non del tutto conosciuto, un vento di mare del nord che m'inebri, un popolo che mi stupisca, una lingua, una moneta diversa (quanto tempo che non vedo una moneta diversa!). Insomma, un bel calcio in culo al solito.
E magari una sdraiona bionda che me la dia.
Formazione: io federico valerio dani e simona. Più eventualmente gente da incontrare là, visto che metà di noi (noi = exchange students) va da quelle parti. Allora, di valerio ho già avuto modo di parlare, è l'Uomo Dell'Erasmus, senza il quale un bel tot di serate non sarebbero state le stesse (e penso di parlare a nome di tutti). La presenza di federico è sempre stimolante, essendo una delle persone con meno freni inibitori che io abbia mai conosciuto. In discoteca, per la strada, ovunque: se gli viene in mente una cosa da fare, una cazzata o quello che sia, lui prende e la fa. Ovviamente la metà delle volte questo consiste nell'approcciare una tipa, in un modo sfacciato o semplicemente buffo che a me non verrebbe mai in mente e che (importante) riesce a fare con stile (altrimenti, si trattava solo di vergognarsi di lui, invece così viene da prenderlo a esempio, per lasciarsi andare un po'). Simona è una delle tipe di cui sono più o meno innamorato, penso che nessuna parola sia più appropriata ed esaustiva di gattamorta. Ecco quello che è, e come qualcuno di voi forse sa, a me le ragazze così sono capaci di farmi impazzire.
Occhi blu, sguardo diagonale.
Labbra disegnate, sorrisi briganti.
Come una gatta, proprio, che ti si avvicina, fa le fusa e se ne va. Maledetta. Ma io mica ci casco, eh.
Eppoi c'è dani. Daniel, spagnolo. Con la testa fra le nuvole, ma con un ottimo senso dell'umorismo che riesce sempre a far venir fuori nonostante con l'inglese (la lingua, intendo) ci abbia litigato di brutto. Ha avuto una mezza storia con simona, e a tale riguardo ho una simpatica questione da proporvi, per sapere quali tra voi sono veri e autentici Bastardi. Allora:
questa storia tra loro due pare sia finita perché lui non le stava tanto appresso. Lui è veramente perso per simona, ma pare che abbia accettato la decisione, non tanto per convinzione quanto perché fondamentalmente è un cretino, in senso affettuoso (vedi sopra: testa tra le nuvole) ma lo è. Nel senso che è una persona che tende a NON prendere decisioni, e a lasciare che gli eventi decidano per lui (o almeno, questo è quello che mi pare di aver capito). Ora, da diversi fattori tra cui commenti di amiche di lei mi è sembrato di capire (ma penso lo capirebbe un qualunque postadolescente con una media vita sentimentale alle spalle) che se lui torna da lei lei è disposta a riaccoglierlo a braccia aperte (gli ha già perdonato altre cose). Quindi la domanda è...

...a lui, dovrei dirglielo?

Duji!
(Ciao!)

venerdì, ottobre 13

Questa serata (ordinario delirio)

Sono le 6 e 22.
Di mattina.
Ma devo scrivere, non voglio dimenticarmi di farlo.

Devo ancora andare a dormire. Non ricordo quando è stata l'ultima volta che ho tirato così tardi. Da quando sono a tilburg, di sicuro, non era mai successo.
La serata prende le mosse con un'intima cena a casa per festeggiare dave (io manuel e tajana, poi si sono uniti i soliti affamati tipo james, verity e ellie), poi si fa un rapido salto a casa di demet per checkare com'è il compleanno di umur ma c'è poca gente: quindi si va a verbs. A verbs il piano della festa di dave è pieno di gente ma sono più che altro americani-australiani e olandesi, non la mia compagnia preferita. Quindi si va a controllare se c'è qualcos'altro in giro: e al piano sopra c'è una colossale festa spagnola in cui si svolge un gioco tipo Obbligo o verità ma in cui l'unica scelta è baciare qualcuno, e ti può toccare sia un maschio che una femmina, si decide per acclamazione e praticamente nessuno si tira indietro. Mi metto a fare un po' il mastermind della faccenda con mirella e leticia, perdo la voce per urlare e facciamo pure baciare sara con un giapponese (e lei c'ha dei livelli di razzismo paurosi...). Vabbè, si fa l'una, si va in centro, e dato che bolle e boogie sono strapieni come sempre, si procede verso apres ski. La musica non è sempre orribile (che è il massimo che si possa chiedere a un club commerciale olandese), il livello alcolico medio-alto (una volta tanto, mi sono regolato), la compagnia, man mano che la serata procede, si fa sempre più unita e gioiosa: little italy ruleggia come sempre, e bei momenti ci sono anche con dave, james, tim, jan, brenton e compagnia bella. Io e federico pickuppiamo due tipe, entrambe non bellissime ma la sua è peggio (segue derisione generale). Veramente contento di aver tenuto botta fino alla chiusura, che avviene tipo alle 4, si decide di andare a stapps per una pastasciutta generale. Per mancanza di mezzi viene sperimentato il "ragù all'amatriciana",

e si apre un momento bellissimo, ai limiti del commovente, con tredici persone dentro casa nostra a mangiare seduti un po' ovunque, anche per terra sul pavimento schifoso, a smezzarsi il piatto e a addormentarsi sulla seggiola, con gli oasis a manetta che sicuramente (e giustamente) domani qualcuno si lamenterà (ma sticazzi).
La gente se ne va intorno alle sei, lasciandomi a pensare ancora una volta alla cazzo di fortuna che ho ad essere qui.

Epico, commovente, semplice.
In una parola, Erasmico.

giovedì, ottobre 5

LOST

(rileggendo, mi sa che sto post è venuto una schifezza. Ma sono tipo quattro giorni che aggiungo e tolgo roba, quindi mo ve lo beccate così com'è, e zitti, bastardi. La prossima volta cercherò di fare di meglio, ma non mi mettete ansia che poi vado in crisi creativa)

Niente a che fare con la serie tv (che pure mi piace assai), sorry, era il tipico titolo-civetta per attirare nuovi e vecchi bastardi a leggere.
Piuttosto, questo post è dedicato a tutte le persone che per qualche motivo spariscono dalla nostra vita e poi ritornano. Niente di macabro, niente di soprannaturale, eh. Semplicemente, il gioco di distanze e riavvicinamenti che guidano le dinamiche di amicizie e conoscenze di credo un po' tutti.

Succede.
Come già ho avuto modo di dire in un post precedente (e mi rendo conto che è anche passato un bel po' di tempo), le amicizie finiscono. A volte per un viaggio, per un evento, o semplicemente per un semivolontario e liquido perdersi di vista. Persone che scompaiono per anni, e anni, magari anche persone importanti, persone che ti mancavano, o a cui non hai più pensato fino a quando non le hai riviste, e lì hai scoperto che ti sono mancate. O anche persone entrate nella tua vita solo per due giorni, per un'ora, o amicizie d'infanzia. Ecco, il punto è: che ritornano. Finché non succede, sono un ricordo. Bello, brutto, significativo, inutile. Ma che comunque, inevitabilmente: scolora e scolora, fino a - no, questo accade raramente - di svanire, intendo. Ma quando - per esempio - entri in un irish pub e ci trovi chi non ti aspettavi - o trovi nella casella di posta un'email inattesa - ecco: in modo immediato, come quando ti sparano un flash dritto negli occhi, come una bomba carta nel cortile del cervello, questi ricordi ritornano persone, ritrovano tutto il loro colore, la loro energia, la loro carne, in un istante solo, magari dandoti anche una leggera vertigine, e ti scopri magari a sorridere, o a bocca aperta, e magari stavolta sono destinati a rimanere, o forse ri-scompariranno tra poco, e poi torneranno ancora, in un gioco di onde che i ricordi richiamano o nel silenzio definitivo di chi un ricordo rimarrà.

La transizione (spesso improvvisa) dallo status di "ricordo" allo status di "presenza fisica davanti a te, a portata di bacio o di pugno" copre milioni di chilometri (ipotetici) nell'arco di un istante. BANG. Tutte le potenzialità che erano ibernate si riaccendono con la scarica di fulmini che il Rivedersi sprigiona in un secondo nano. Avete presente quanto le due condizioni siano differenti, la prima, il Ricordo, con il suo carico di rimorsi sereni e felicità più o meno sporche o magari sofferenze inaudite ma finalmente superate o chissà cos'altro, ma comunque tutto intrappolato in una sorta di ambra, nel fumo, nel miele, nella prospettiva distorta che molto addolcisce (almeno, per me) e qualcosa rende amaro. La seconda, la Presenza, con il suo enorme e troppo leggero fardello di possibilità, tutto ciò che puoi o vuoi o non vuoi fare e che è lì, a portata di mano, e decidere tocca a te.

Ecco, la transizione da Ricordo a Presenza può disegnarti un sorriso completamente spontaneo, può spezzarti il respiro per un momento, può solàrti un battito dal cuore, può farti correre incontro a Lei, a Lui, che finalmente è tornaro o può farti scappare via, o solo metterti dietro un angolo, nascosto, a osservarlo.
Ecco: un'altra proprietà del Ritorno è di evocare, farti ripensare a com'era un tempo la tua vita, richiamarti alla mente parole, e gesti, e giorni dimenticati, in quella che può essere una simpatica rimpatriata delle rimembranze o una vera e propria feroce malinconia.
Avvenendo inaspettatamente (ma a volte anche se si ha il tempo di "prepararsi" all'evento), questi Ritorni possono essere bastardi, per esempio se

rivedo una mia compagna delle elementari che non ho mai più rivisto da allora, e neanche ci parliamo ma magari da lontano ci scambiamo uno sguardo e forse ci riconosciamo o forse no, o magari semplicemente la vedo - che ne so - con un moroso, o qualcosa del genere, e allora senz'altro la commozione mi prenderà, per vedere come le vite sempre continuano, s'intrecciano, con me o senza di me, piccoli mondi dimenticati su cui per un momento una finestra si apre, e lascia intravedere qualche forma, un colore, un odore di un tempo scomparso.


(oppure: un "Aspettami", sussurrato mani nelle mani su una soglia notturna, su un binario affollato, prima di sparire per sei mesi, un anno, per sempre. Non lo sappiamo mai, prima del ritorno, quanto la lontananza durerà, e se finirà mai, mai, mai.)


("non voglio vederti mai più")
("hai saputo che...?")
("chissà che fine ha fatto")
("è una vita che non ci si vedeva!")
("ci conosciamo?")
("non me ne andrò più")
("devi raccontarmi tutto")
("ti ricordi...")
("domani riparto")

Spero sia stato un pensiero di tutti, almeno una volta:
"il giorno che la rivedo (che lo rivedo),
credo che almeno due o tre,
di battiti di cuore,
li perdo sicuro.
Se la rivedo, of course.
(Se lo rivedo, of course)"

Lontananze
Ricordi
Ritorni
Vicinanze (troppo vicine, sì, è possibile)
Potenze, e la potenza è ovunque, è troppa, troppe sono le possibilità (ah, Novecento)
Atti, come sempre pochi, e faticosi.

Stare qui certi giorni mi pare mi cambi completamente, e altri pare che mi lasci del tutto immutato.
Non ho francamente idea, di come sarò quando tornerò indietro.

Ciao bastardi