mercoledì, gennaio 31

I canti del ritorno parte II - E dove?

…a padova. Ci ho provato a mettere suspance, ma insomma, che altro vi aspettavate, bastardi?

E qui, ho cominciato a rincontrare personaggi vari ed eventuali, e a scoprire come certe cose non siano cambiate, e come altre invece sì. Persone che, come scrivevo, rivedo ed è come non avere mai lasciato (ops mi è scappato il luogo comune) e persone con cui sento che qualcosa cambiato lo è. Le prime sono in maggioranza numerica, ma, come voi bastardi sapete, il cambiamento a me mi stimola sempre e comunque – tanto per fare un esempio, non abitare più insieme a johnny dopo tre anni porterà a delle novità, no?
Entrando in cronaca, dopo una settimana passata a scrocco da lady g mi sono insediato con un po’ più di stabilità (ovvero pagando un pezzo d’affitto) a casa di mauro fino alla fine del mese (trovandomi peraltro straordinariamente bene). E nel frattempo:

mi sono fatto un mazzo tanto per trovare uno straccio di stanza, partendo con l’ambizione di una singola e finendo per visitare – il mercato degli affitti qui a febbraio fa schifo – tutto quello che mi passava sotto gli occhi su internet o sulle bacheche per gli annunci di tutta padova, compresa più di una doppia da dividere con una ragazza, una tripla, una stanza senza finestre, una singola in casa con una vecchia signora. E alla fine (la sentite questa puzza? eh sì: è puzza di destino) ero in attesa di notizie da:

  • la casa dei miei sogni in via trieste, un posto in doppia in un appartamento da OTTO, in una casa che ho scoperto essere leggendaria per le feste che vi si svolgevano (vi giuro, tra la gente che conosco la conosce una persona su due);
  • un posto in doppia in un appartamento sotto prato della valle, con dei coinquilini che - come si suol dire - a pelle, mi erano piaciuti un sacco;
  • un posto in doppia (con una ragazza) sull’incrocio della stanga, anche lì un bell’appartamento e gente che sembrava simpatica, ma col problema che sta tizia doveva parlare della cosa (cioè, di dividere la stanza con un maschio – e che maschio ehm…) con il suo moroso.


Ora: la Casa delle Palme (quella di via trieste) era stata la prima in assoluto che avevo visitato, e nonostante me ne fossi innamorato subito avevo lasciato il numero senza troppa convinzione, pensando che l’avrebbero vista duecento persone ed era difficile che scegliessero proprio me. Due settimane dopo, infatti, ancora nessuna notizia. Inoltre, le altre due opzioni avevano il grande vantaggio di essere disponibili da subito (così evitavo di andare da mauro e mi sistemavo definitivamente).
Allora, tralasciamo l’appartamento di via trieste, tralasciamo quello di prato della valle che nel frattempo mi aveva dato buca, e concentriamoci su quello della stanga. Ecco, in quei giorni di vago nervosismo (dopo una settimana di ricerche, uno si comincia pure a stufare), mi è capitato di immaginare il dialogo che la mia eventuale coinquilina avrebbe avuto con suo moroso, il momento esatto in cui lei va a casa sua e gli dice Ti vorrei chiedere una cosa e lui si mette ad ascoltarla, un momento in cui è racchiuso destino in percentuale così elevata da risultare troppo affascinante e da volerselo se fosse possibile guardare in televisione – pensare che da quel preciso dialogo (è qui che il destino è più riconoscibile, e anche proprio bello da vedere: quando si riconduce ad un singolo e piccolo evento, e più piccolo è meglio è) sarebbero dipesi i futuri giorni miei, e in maniera indiretta ma comunque significativa quelli della gente che mi sta vicino: di mauro che non mi avrebbe ospitato, degli amici a cui sarei andato a vivere più vicino o più lontano (succede spesso, che le amicizie funzionino meglio se si vive vicini), dei miei genitori che potevano smettere o continuare a preoccuparsi (zeugma), e così via. Tutto questo (non è così tanto, voi dite? E vabbè, ma è bello lo stesso) racchiuso nelle parole di due morosi in una stanza precisa in un preciso angolo di nordest italiano.
E la risposta di questo moroso è stata…


(continua)

lunedì, gennaio 29

I canti del ritorno parte I - Il mito e la realtà

Quanto non sopporto
i “sono ancora vivo” che in tanti blog si trovano. Se tu-blogger stai scrivendo penso che sia sottinteso che tu lo sia, no? (a meno che tu non sia effettivamente morto e qualcuno conosca la tua password o l’abbia indovinata e abbia deciso di entrare sul tuo blog per prendere il tuo posto, magari anche spacciandosi per te - maniaco! - e provocando quindi – tempo dopo, quando ormai questo individuo misterioso sarà mangiato dal rimorso - shockanti rivelazioni per gli affezionati lettori. Che sto dicendo?). Ecco, è diventato una sorta di luogo comune da bloggettari, se uno sparisce per un po’ di tempo si sente in dovere di esordire, al suo ritorno, con un Sono ancora vivo. Ma è necessario? Voglio dire, si può iniziare direttamente con il post, no? Mah. Detto questo.

Sono ancora vivo.

Sono giornate dense, rapide e – concedetemelo – pure un sacco belle. Se qualcuno mi chiede se senta nostalgia del’olanda (nessuno? non frega proprio a nessuno? forse a quello con la mano alzata…come? …(sigh) sì, puoi andare in bagno. Cazzarola, ma questo sempre in bagno sta?), comunque sia la risposta sarebbe un bel No nitido e con la N miniata e con tanto di svolazzi da testo medievale. L’altro giorno ho avuto un momento difficile, a voler essere onesti, guardando sul sito le foto delle prime feste del nuovo semestre, per una combinazione di cose che inevitabilmente “fanno strano”, ovvero vedere: gente completamente sconosciuta nei miei luoghi e conciata nelle maniere ridicole delle mie feste; vedere (ancora peggio) gente conosciuta, ovvero i bastardi rimasti lì anche per il secondo semestre, per i quali nulla è cambiato, vederli fotografati insieme a personaggi nuovi, che ballano e fanno facce stupide e si abbracciano, con scritto sulla fronte un allegro La vita continua anche dopo di te. Ma non è tanto questo, non è la sensazione del non essere stato importante (che è un concetto naturale e normale, in queste circostanze – e non solo), quanto proprio il fatto che in quel momento ho fortemente voluto essere lì, tornare, cazzo, in quel mondo incantato, a far feste selvagge e bere e fumare e non avere un pensiero al mondo, con i miei vecchi co-erasmi e/o con quelli nuovi, non importa con chi. Ma è stato uno sbandamento passeggero, direi. Infine, l’ulteriore cosa che mi ha stranito è stata vedere gente che conosco (quelli di statistica) essere lì. Ma tutto sommato, mi pare di aver retto il colpo bene.

Comunque, ho parlato dell’unica eccezione.

La verità generale, invece, sfata un po' il mito che dell'erasmus non te ne liberi più. Ed è che: qui a Padova in questi giorni sto proprio da dio.

Ad un punto tale che…

ma tale che…

(suspance)

che ho scoperto

che

non ripartirei.

E ne sono abbastanza convinto. Vi pare poco, bastardi?

(certo, magari tra qualche tempo sì, ma è tutto da vedere e non è neanche detto. La cosa significativa è che non ripartirei per quello in particolare).


La cosa è dovuta a una serie di circostanze, di persone, di novità piacevoli da scoprire e di vecchità altrettanto (non mi sbilancio) piacevoli da ritrovare (make new friends / keep the old / ones are silver / and the others gold). Ma anche (soprattutto?) a una successione spudorata di eventi a sorpresa fatti accadere dal nostro caro amico Destino, ma che potremmo più semplicemente definire sfacciate botte di culo. Ve le sparo subito, poi ve le racconto dall’inizio:

  • Ho una nuova casa che si preannuncia spettacolare
  • Ho fatto un provino per entrare in una compagnia teatrale e – signoressignori – mi hanno preso
  • Più un’altra, significativa solo in parte ma comunque interessante, e che però non mi va e/o non posso scrivere.

(mi rendo conto che sto post sarà lunghissimo – ma soprattutto voialtri erasmi o ex tali, lo so che ci siete, se riuscite a tenere botta forse alla fine c’è una cosa che vi può interessare)

(anzi, ho deciso: il post lo faccio a puntate, con tanto di finali in cui vi lascio col fiato sospeso e il cuore che vi fa bum-bum-bum. Hai detto qualcosa, tu laggiù in fondo? Mi è parso di capire…un Vai a cagare? Puoi ripetere a voce alta, bastardo? Dai, se hai coraggio? … ah, ok. Capisco. Sì, era proprio un Vai a cagare. E vabbè. Sti giovani d’oggi…)

Comunque sia, partiamo dall’inizio (sicuramente ripeterò cose già dette, ma non ho il blog sottomano e in effetti è un secolo che non scrivo, non mi ricordo bene).

I giorni ternani sono stati migliori di quello che mi aspettassi (sarà che in realtà non mi aspettavo niente di che), su giò & giò sapevo di poter contare (il che non vuol dire affatto darlo per scontato, of course), e i miei soci del liceo si sono rivelati più presenti e allegri del previsto – ho realizzato che non potrei mai andarci a bere una birra al pub perché fondamentalmente non avremmo nulla da dirci, ma finché c’è qualcosa da fare (un pokerino, una partita a basket), la loro compagnia è piacevole. Grazie a loro ho perfino conosciuto gente nuova, che per me – ora – ha la stessa importanza di cose tipo bere o respirare. Alessandra (ciao sa) l’ho vista poco, un po’ aveva da studiare un altro po’ (come abbiamo illuminatamente realizzato in un periodo in cui entrambi eravamo sfidanzati) quando ci fidanziamo tendiamo entrambi a diventare noiosi. Quindi aspetto un momento migliore (che naturalmente spero non debba coincidere con un suo sfidanzamento). E per concludere, a casa tutto bene, grazie, fratelli, genitori e nonni eroici di cui già vi parlavo.

Insomma, è stato con un bel sorriso sul mio ancora più bel faccino che ho preso l’intercity per tornare finalmente a…

(continua)

sabato, gennaio 13

Il problema dei test irresistibili

Bastardi cari, oggi superlight, anche io ho un cuore e immagino che l'intervento scorso un pochino i maroni ve li abbia frantumati.
Ordunque, ero finora riuscito a tenervi nascosta la mia passione per questo tipo di giochini idioti. Ma questa volta non ce l'ho fatta a resistere. Il test l'ho trovato da SuperCopy (www.dolceamara.splinder.com) e avevo tempo e mi sembrava carino. Scoprirete cose di me che non avreste mai pensato

di voler sapere.



1. Quando ti sei guardato allo specchio stamattina cosa hai pensato?
Che era già tardi!

2. Mai fatto uso di droghe?
La marijuana è droga?

3. Una parola che fa rima con Papera.
Tempera

4. Pianeta preferito?
Data la vita sociale sugli altri, direi la terra

5. Chi è la quarta persona delle tue chiamate perse nel tuo cellulare?
Mariagiorgia

6. Qual è la tua suoneria preferita del cellulare?
Pi-ppi-ri-pi-ppi Pi-ppì (ammazza la vecchia - col cric)

7. Che maglia stai indossando?
Marrone tinta unita

8. Cosa stavi facendo venti minuti fa?
Ero a vedere un appartamento

9. Che marca di scarpe stai indossando?
Non ne ho idea

10. Camera buia o illuminata?
Illuminata

11. Se sei in una stanza su due letti su quale dormi?
Quello vicino al muro

12. Cosa indossavi a mezzanotte di ieri sera?
Il maglione a righe col cappuccio che mi ha regalato lucio a natale

13. Cosa diceva l'ultimo sms che hai ricevuto?
[testuale] Pigna! [giulia che probabilmente voleva sapere che fine avevo fatto]

15. Una parola o una frase che dici spesso?
Hai voglia / Avoja

16. Chi ti ha detto per ultimo di amarti?
Camilla, probabilmente

17. L'ultima cosa pelosa che hai toccato?
Uno di questi orribili peluches di giulia

18. Quante droghe hai assunto negli ultimi tre giorni?
Nessuna

19. Quanti rullini usi per le tue foto?
Ho una digitale, la uso poco e poi me ne pento invariabilmente (del poco)

20. L'età in cui sei stato più felice?
L'infanzia direi (asilo e elementari)

21. Chi è il tuo peggior nemico?
L’incapacità di decidere

22. Cos'hai al momento sul desktop?
Lo sfondo di windows chiamato Pace

23. Qual è l'ultima cosa che hai detto a qualcuno.
Ciao, a qualche personaggio secondario qui in biblioteca

24. Tra un milione di euro e la possibilità di volare cosa scegli?
Se volare non è faticoso, volare

25. Ti piace qualcuno?
Mmm potremmo parlarne ore e ore. In una scala da uno a sette, nessuno oltre il 5

26. L'ultima canzone che hai ascoltato?
Alo alo marciano (elis regina)

27. Se l'ultima persona con cui hai parlato venisse uccisa con un'arma da fuoco cosa faresti?
(vedi la 23) un bello sticazzi

28. Se potessi tirare un pugno in faccia a qualcuno, chi sarebbe?
Alle mie ex-proprietarie di casa, quelle vecchiacce dimmerda che ci vogliono far pagare un sacco di soldi per riparare dei danni non provocati da noi (mortacci loro)

29. Qual è l'oggetto più vicino al tuo piede sinistro?
Il mio calzino sinistro

30. Dì una cosa profonda
Pozzo?


A presto, bamboli.

Tra santi e falsi dei

La religione in senso esteso.
Credere in qualcosa, avere una griglia di quelle per i messaggi segreti, avete presente? O forse un filtro, immagine abusata ma più immediata: una persona che ha un'ideologia, una religione, uno schema-di-riferimento, nel momento di leggere un episodio della realtà - Tac! - mette su questi occhiali filtranti - mi vengono in mente quelli con una lente verde e una rossa per vedere le immagini in tre dimensioni (che cosa demodè, tra l'altro) - guarda, e in base a questo interpreta.
In generale (mi sa che ne ho già parlato?) le ideologie granitiche mi fanno un po' tenerezza, mi sembrano adatte a gente con scarsa capacità mentale o semplicemente scarso tempo, istruzione, o chi sa. Lo dice il papa, lo dice il mio idolo politico, lo dicono Gli Esperti, le riviste di moda, la tivù. Prendi l'argomento - applica la fonte de La Verità - giudica. Ecco qua.

Comunque, la religione.
Tornato dall'olanda, mi sono reso conto come lassù di religione, papa e cazzate varie non gliene importi proprio niente. Tornato, riascoltare gli anatemi vuoti dei vescovi, pensare ai poveri ragazzini tirati su dalle suore, ma soprattutto leggere nel senso comune e negli atteggiamenti di molti dei miei coetanei, inclusi quelli che negano, il cattolicesimo della moderazione e dei sensi di colpa. Che palle. Perché non esistono campi estivi a-religiosi per i bambini? Perché un discorso del papa a volte è la prima notizia del telegiornale? Perché due stronzi - rimaniamo pure al caso di due eterosessuali - non possono fare un PACS o quello che sia per motivi religiosi? E' irreale. Datemi motivazioni convincenti contro i PACS, e io sono pronto a cambiare idea, ma datemele convincenti, non menatemela con polverose derivazioni da testi considerati sacri di decine e decine e decine e decine e decine e decine di anni fa.

Voglio che arrivino gli alieni, cazzo.
(e che siano amichevoli ovviamente...)
Così tutto se ne andrebbe a puttane, ogni credibilità persa, un sistema millenario che crolla come l'animale fuorimoda e contro-l'evoluzione che è.


Non dovrebbe esistere, tutto ciò. La scuola dovrebbe insegnare l'APERTURA MENTALE, ecco, facciamo due ore di apertura mentale, di confronto, chiamatela come vi pare, in cui spieghiamo che la gente ha idee diverse e per tutto c'è una motivazione, e comprendere non significherà giustificare ma sarà considerata una cosa importante, basta con Mi porti un'idea diversa-vabbè magari ti ascolto-ma già so che alla fine la mia non la cambio, quanta ne conosciamo di gente così? Io a pacchi - e anche io non sono sicuro di non appartenere alla categoria, of course.
Ma quale ora di religione, ma quale ora di storia delle religioni (vabbè almeno questa è cultura), facciamo un'ora, o anche mezz'ora, quello che vi pare, di confronto, per insegnare agli umani ad avere sempre la mente fresca, non cristallizzata, mettiamo i bambini, i ragazzini e i ragazzi davanti a due punti di vista diversi e non diciamogli Questo è quello giusto, esponiamogli le ragioni di quello e del suo contrario e lasciamoli ONESTAMENTE decidere senza pressioni (o, a volte meglio ancora, non decidere (ma coscientemente eh)).
Chi se ne frega del cattolicesimo, dell'islamismo, di tutto quanto, spieghiamo a un bambino che vuol dire tra tradire un amico e qual è il motivo che può spingere a farlo, raccontiamo perché è male che le persone siano ipocrite e perché invece la falsità ha un suo senso, facciamo capire cosa vuol dire la guerra nella vita di tutti i giorni, proviamo a usare parole semplici e le più neutre possibili per spiegare cosa c'è di male nel farsi una sega davanti a un sito porno e cosa c'è di non-male, anzi, elenchiamo semplicemente tutto quello che ci viene in mente, senza giudicare se non è necessario
(ovviamente, lo so anche io che ci sono dei concetti talmente importanti, quelli alla base di una cultura che potrebbe forse essere definita UMANA, che vanno invece insegnati come tali, come il rispetto per gli altri, il rispetto per l'ambiente, e pochi altri). Spieghiamo cosa vuol dire perdonare chi ci fa soffrire, ma senza il punto di vista religioso che NON E' NECESSARIO, raccontiamo il dolore di chi sta così male che vorrebbe morire, o forse no, e proviamo a descrivere quello che c'è di giusto da entrambe le parti, in tutti questi temi di attualità,...l'embrione è vita umana? Ma uno non può decidere basandosi su quello che sente? Che pensa? Che cazzo c'entra il mio prete che mi dice Le cose stanno così (o il mio partito che mi dice No, le cose stanno in quest'altro modo). Cioè, c'entrano, ma solo fino a un certo punto. Poi tocca a noi, cazzo.

Educhiamo quelli che saranno i nostri figli, ma anche i nostri coetanei per mezzo di un atteggiamento aperto al dialogo e sempre disponibile, ad ascoltare quello che dicono tutti, e però a decidere alla fine con la propria capoccia, i propri sentimenti e pure il proprio istinto.
E liberiamoci, per quanto ci riusciamo, dai preconcetti e dalle sovrastrutture mentali che ci portiamo dentro solo perché da piccoli andavamo a catechismo.
E che cazzo.



Amen.

mercoledì, gennaio 10

Mi sei mancata (reloaded)

Bastardini bastardelli e bastardacci.
Sono a padova.
Ospite dell'ottima ospitalità di lady g.
Tornando, tornato, mi sono accorto che l'accoglienza dei miei amici - prima di tutto ternani, ma dal poco che ho visto e sentito (nel senso di feel) pure padovani - è stata calorosa, e già questo mi stupisce un po' (non è modestia più o meno falsa, è solo che non me l'aspettavo - come riassunse definitivamente qualcuno, i've hopes - not expectations), ma soprattutto mi stupisce che A ME abbia fatto così piacere. Miei amati bastardi, un po' ormai dovresti conoscermi e sapere come la mia disumanità certe volte mi affligga (e come altre volte me ne vanti, in effetti). Giocare a kingsen con giorgia & giorgia e finire ubriachi, giocare a las vegas e a bestia fino alle quattro e pretendere di giocare a basket con i soci del liceo, giocare a fare gli idioti alla forcellini con bissa e mamma mauro - che bello ritrovare e rinnovare tutto ciò.

Dunque: nessuno di loro mi è mancato, in questi mesi.
Nessuno, in generale, mi manca - salvi i casi in cui sono innamorato, of course.
E' in fondo sono contento che sia così (anche perché se no comunque me la prendo in culo, quindi tanto vale che me lo faccia andar bene, no, my friends?).
Però nel momento del ritorno certi sorrisi vengono spontanei, persino certi abbracci,

//
FREEZE!
Stop!

SPONTANEI! Claro? Del tipo che vedi una persona e ti viene fisicamente, impulsivamente e intrattenibilmente di correrle incontro e saltarle addosso e abbracciarla e baciarla (se donna) o abbracciarla e picchiarla (se uomo).

Proseguiamo.
(all'erta, eh)
//

certe risate, la confidenza che fluida si ritrova in pochi attimi, a volte in uno solo. Il suono così profondamente - qualitativamente - diverso che può avere un Come va uscendo da bocche diverse. Le reazioni che non solo non ti aspettavi, ma certe che veramente neanche ci speravi (once again, GRAZIE infinitamente e per sempre e ancora di più a chi riesce, in qualche modo, a sorprendermi).

Martina, teresa, federica, johnny, giulia. Presto giada, mariagiorgia.

Bene. Mi sento bene.

Oggi ho girato per tutta la giornata come un pazzo


//

tanto per riparlare di destino, i beg your pardon ma è la mia fissa del momento, aspettando una tipa che dovevo conoscere in previsione di eventualmente dividere una doppia, ero lì davanti alla fontana di piazza delle erbe e per ognuna che passava pensavo è lei o non è lei, e sguazzavo tra le onde del destino, mi piacerà - no - sarà una figa - una busta - brillante - noiosa - bionda - rossa - destino puro, se me lo concedete

//

e non ho concluso niente per sta cazzo da casa ma va bene così, davvero, mi sento forte, alla fine di sta giornata mi sento stanco e vivo, ho una bicicletta, ho amici, e quindi vaffanculo.

Miei cari bastardi, spero la prossima volta di scrivermi dalla mia nuova casa, ovunque sia, comunque sia, con chiunque sia.


Signor destino, non è che si potrebbe avere qualche anticipazione?

Besitos

mercoledì, gennaio 3

Con l'anima tra i denti

Vedo la luce alla fine del tunnel.
Una decina di post, e Viva! smetterà di esistere (anzi, a essere precisi di essere aggiornato, per il resto resterà come piccolo reperto per i futuri archeologi di internet). Peccato, perché un titolo così bello non lo ritroverò più. Però effettivamente ho voglia e bisogno di cambiare, per la ragione che ho espresso un po' di tempo fa, ovvero che questo blog ha un suo cammino preciso, che è stato deciso una volta per tutte e farlo sbrodolare oltre i confini sarebbe rovinare l'opera. Inoltre, voglio provare a scrivere senza che i miei amici leggano, ma soprattutto - siamo onesti - perché mi piace che la gente mi legga mi piace scambiare commenti e sentirmi più parte della blogosfera o come la vogliate chiamare. Non voglio (come si dice blame in italiano?) blogspot, è una buona piattaforma per un sacco di cose, ma adesso che conosco meglio questo mondo so che esiste qualcosa di più adatto a me, ed è quello di cui ho bisogno adesso. Ahem.

(e comunque, come per tante cose (l'erasmus stesso, tanto per dirne una) avere la consapevolezza della prossimità della fine ti mette in una prospettiva molto diversa, più distaccata. Se avessi saputo da prima che il mio erasmus sarebbe durato un anno, ora sarei tutto eccitato all'idea di ritornare su, mentre così, se anche erasmo in persona bussasse alla mia porta dicendo Vai, il secondo semestre te lo pago io, non ci penserei neanche tanto prima di rifiutare cortesemente, per dirvi quanto mi sia abituato all'idea che i giochi siano chiusi definitivamente (oddio, magari se paga lui un pensiero ce lo faccio). Lo stesso per questo blog, sarei molto meno scazzato e più energico nello scrivere se non vedessi già la fine. Ma questo è ingiusto, quindi nonostante tutto questo cercherò di tenere la qualità come è sempre stata (sbadigliofora o entusiasmante, fate voi, ma quella). Tutto chiaro?)

Poi:

L'iperbole con asintoti gli assi non è una funzione monotona. L'ho scoperto ieri dopo ricerche tra fonti contrastanti, è stato un momento difficile.
//
Ci sono occasioni in cui ti senti di aver fatto esattamente la mossa giusta per ottenere una cosa che volevi, e allora ti senti una forza che ti fa bollire il sangue, ti senti forte e con un sacco di energia potenziale.
//
Voglio tornare a padova.
//
Tanto per riparlare di destino, sono curioso di sapere con chi è destino che io vada ad abitare, a padova. Sì, d'accordo, c'è un po' di libero arbitrio, ma non venitemi a dire che il destino non ha almeno una parte. Anche solo nel fatto che certi annunci li leggerò e altri non li vedrò nemmeno. Eddai.


Ma il vero motivo di questo post è:



Mio nonno.
E' andato - da quanto posso capire (la mia famiglia è strana) - per la seconda volta abbastanza vicino a lasciarci le penne, cazzo di sigarette. Ma è ancora in piedi.
Ieri, mentre facevo colazione, lo vedevo che entrava e usciva dalla cucina.
Cerchi qualcosa, nonno?
No, sto solo facendo esercizi.


Non so se è possibile cogliere fino in fondo, anche per me.
Quest'uomo camminava lentamente
passo dietro passo
con la sua bombola dell'ossigeno appresso.
Lentamente.
Passo - passo - passo. Pausa. Passo.
Senza appoggiarsi a niente.
Bombola in spalla, e anima stretta bene tra i denti.
Senza voglia di mollare, e con una dignità infinita.


Stavo per mettermi a piangere.
Questo coraggio, questa determinazione,
quando altri butterebbero tutto via e direbbero Tanto ormai.
Lo ammiro, lo rispetto.
Gli voglio bene.



E - credo sia importante - gliel'ho detto.

lunedì, gennaio 1

Come uma thurman in kill bill

Oooooh.
Bastardi cari, sono di buonumore oggi.
Del capodanno bisognerebbe parlarne.
Ma anche no.
Però dopo mesi di uguali-uguali città olandesi trovarsi negli ultimi due giorni dell'anno a spello - perchè l'umbria è così bella, e terni fa schifo? - e a roma di notte è un buon modo per fare pace con la patria con la quale ultimamente, e credo comprensibilmente, mi viene da litigare. Quindi ok.
Mi sento un po' uma thurman in kill bill, con in mano la lista su cui tirare righe mano a mano che rivedo le persone (ma con intenzioni un po' meno aggressive, direi). Tra l'altro, questa ipotetica lista mi si è stampata molto chiara in testa appena sono rientrato alla base (e ho fortunosamente ritrovato la sim italiana del telefonino), quando ho capito nettamente chi erano le persone che avevo voglia di sentire, per farsi gli auguri e aggiornarsi sulle rispettive vite, e chi potevo anche fare a meno di.
Le giornate stanno passando intense, in ogni modo - raramente a letto prima delle 4, un concerto jazz, una partita a basket con tanto di vecchio custode che minaccia di chiamare la polizia perché eravamo entrati scavalcando, gite sociali, persino un drinking game. Aspetto con trepidazione tranquilla di tornare anche a padova, per scoprire come sono cambiate le cose, le persone, i rapporti e per vedere se lo spritz mi piace ancora.

(Un consiglio se permettete (e se no? che fate? mi menate? ahia ahia ok la pianto, ahia! dai però me lo fate dare un consiglio piccolo piccolo? eddai, non è neanche mio, è di baricco...ok grazie)
Allora, quando si lascia un posto in cui si vuole per qualche motivo ritornare, è utile lasciarsi dietro qualcosa, tipo una valigia, una sciarpa, un caricabatterie, per avere una scusa per ritornarci. Certe volte è così forte il desiderio di ritornare, ma così difficile, senza un pretesto)

E adesso, per finire questo post-collage, raccolgo un gioco da blogger che gira in rete, che ho trovato da diverse parti ma in particolare da vipera venerea (c'è un link sulla colonna a destra, sì lì, no un po' più in basso, ancora un po', ma sei orbo? ahia ahia sì eccolo è quello lasciami il braccio e leggiti il blog di vipera venerea che è tanto carino, ahia che dolore).
Comunque: cinque cose che non sapete (e non vedo perché dovreste sapere) di me. Siccome "cinque cose" mi sembra un po' vago, mi restringo a "cinque cose strane che mi piacciono".

1. cantare a voce alta mentre vado in bici (con il lettore mp3, ma anche senza)
2. giocare a campo minato per ore e ore (ma sto guarendo: ho iniziato a leggere blog casuali per ore e ore)
3. aggiungere la panna al sugo e girare per vedere il colore che si mischia
4. contare gli spiccioli nei salvadanai (ne avete uno da inventariare? sono l'uomo che fa per voi)
5. l'odore della vernice, e in certi casi l'odore di merda (ha un significato psicologico, temo)

(ce ne sarebbero milioni e milioni di altre, ma per stavolta può bastare, direi)


Ah: sto cercando di inventarmi un calendario personale che parta da un qualche evento più significativo della nascita di cristo. Vi terrò aggiornati, per adesso vi beccate semplici auguri di buon 2007, che il giro di calendario sia uno stimolo a fare le cose che avreste sempre voluto ma non avete mai fatto per mancanza di tempo o pigrizia.
Bacini.