mercoledì, gennaio 31

I canti del ritorno parte II - E dove?

…a padova. Ci ho provato a mettere suspance, ma insomma, che altro vi aspettavate, bastardi?

E qui, ho cominciato a rincontrare personaggi vari ed eventuali, e a scoprire come certe cose non siano cambiate, e come altre invece sì. Persone che, come scrivevo, rivedo ed è come non avere mai lasciato (ops mi è scappato il luogo comune) e persone con cui sento che qualcosa cambiato lo è. Le prime sono in maggioranza numerica, ma, come voi bastardi sapete, il cambiamento a me mi stimola sempre e comunque – tanto per fare un esempio, non abitare più insieme a johnny dopo tre anni porterà a delle novità, no?
Entrando in cronaca, dopo una settimana passata a scrocco da lady g mi sono insediato con un po’ più di stabilità (ovvero pagando un pezzo d’affitto) a casa di mauro fino alla fine del mese (trovandomi peraltro straordinariamente bene). E nel frattempo:

mi sono fatto un mazzo tanto per trovare uno straccio di stanza, partendo con l’ambizione di una singola e finendo per visitare – il mercato degli affitti qui a febbraio fa schifo – tutto quello che mi passava sotto gli occhi su internet o sulle bacheche per gli annunci di tutta padova, compresa più di una doppia da dividere con una ragazza, una tripla, una stanza senza finestre, una singola in casa con una vecchia signora. E alla fine (la sentite questa puzza? eh sì: è puzza di destino) ero in attesa di notizie da:

  • la casa dei miei sogni in via trieste, un posto in doppia in un appartamento da OTTO, in una casa che ho scoperto essere leggendaria per le feste che vi si svolgevano (vi giuro, tra la gente che conosco la conosce una persona su due);
  • un posto in doppia in un appartamento sotto prato della valle, con dei coinquilini che - come si suol dire - a pelle, mi erano piaciuti un sacco;
  • un posto in doppia (con una ragazza) sull’incrocio della stanga, anche lì un bell’appartamento e gente che sembrava simpatica, ma col problema che sta tizia doveva parlare della cosa (cioè, di dividere la stanza con un maschio – e che maschio ehm…) con il suo moroso.


Ora: la Casa delle Palme (quella di via trieste) era stata la prima in assoluto che avevo visitato, e nonostante me ne fossi innamorato subito avevo lasciato il numero senza troppa convinzione, pensando che l’avrebbero vista duecento persone ed era difficile che scegliessero proprio me. Due settimane dopo, infatti, ancora nessuna notizia. Inoltre, le altre due opzioni avevano il grande vantaggio di essere disponibili da subito (così evitavo di andare da mauro e mi sistemavo definitivamente).
Allora, tralasciamo l’appartamento di via trieste, tralasciamo quello di prato della valle che nel frattempo mi aveva dato buca, e concentriamoci su quello della stanga. Ecco, in quei giorni di vago nervosismo (dopo una settimana di ricerche, uno si comincia pure a stufare), mi è capitato di immaginare il dialogo che la mia eventuale coinquilina avrebbe avuto con suo moroso, il momento esatto in cui lei va a casa sua e gli dice Ti vorrei chiedere una cosa e lui si mette ad ascoltarla, un momento in cui è racchiuso destino in percentuale così elevata da risultare troppo affascinante e da volerselo se fosse possibile guardare in televisione – pensare che da quel preciso dialogo (è qui che il destino è più riconoscibile, e anche proprio bello da vedere: quando si riconduce ad un singolo e piccolo evento, e più piccolo è meglio è) sarebbero dipesi i futuri giorni miei, e in maniera indiretta ma comunque significativa quelli della gente che mi sta vicino: di mauro che non mi avrebbe ospitato, degli amici a cui sarei andato a vivere più vicino o più lontano (succede spesso, che le amicizie funzionino meglio se si vive vicini), dei miei genitori che potevano smettere o continuare a preoccuparsi (zeugma), e così via. Tutto questo (non è così tanto, voi dite? E vabbè, ma è bello lo stesso) racchiuso nelle parole di due morosi in una stanza precisa in un preciso angolo di nordest italiano.
E la risposta di questo moroso è stata…


(continua)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

sei bastardello eh co sto racconto a puntate ;)

comunque...è ovvio che la risposta è no visto il tuo discorso sul destino... il destino ha voluto che ti dicessero di no perchè altrimenti tu avresti accettato subito, e quando ti sarebbe giunto il si dell'appartamento di via trieste non avresti potuto + andarci..

sono sicura che è andata così! ehi se ci indovino mi guadagno il link al tuo nuovo blog eh ;) gabri

Anonimo ha detto...

Oppure si è preso la stanza e anche la ragazza.

Uff, certo che li torturi tu i tuoi lettori!!!

Anonimo ha detto...

ej..
la tua risposta è ancora più geniale della mia!!!
sarebbe ganzissimo se si è preso pure la ragazza, direi pacchetto completo !gabri

Anonimo ha detto...

arghhhhhhhhhh
ma ci torturi davveroooooo
ti odio (in senso amichevole ;)
ich hasse dich
utállak
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