martedì, luglio 25

In trentanove è già un problema

Bastardi, salve.
Ci sono amicizie, anzi, gruppi di persone, che funzionano (ovvero: che è piacevole starci) solo con la presenza di tutte quelle determinate persone, e solo se di quelle non ne manca neppure una, sia che stiamo parlando di due, di tre, che di quaranta elementi. Oddio, in quaranta in effetti fa un po' ridere ma forse è un esempio utile: se manca un elemento qualsiasi (e questo è importante: qualsiasi, non se manca semplicemente il più simpatico o quello che è amico di tutti), se si è anche solo in trentanove è già un problema, la serata non funziona. Ovviamente il discorso è molto più ragionevole se applicato a gruppi di tre o quattro o cinque persone; e nella mia esperienza me ne vengono in mente parecchie, di situazioni di questo tipo. Anzi, generalizziamo un po' e rendiamo la cosa più plausibile: non è che proprio il gruppo non funzioni, solo che l'amosfera che si crea è diversa, e meno appassionante. E' come se certe persone, combinate, producessero un effetto interazione molto forte, tale che il piacere che si prova stando con esse congiuntamente supera (in certi casi di molto) quello che si prova stando con loro singolarmente. Nel caso estremo, ci sono persone che a tu per tu non hai niente da dirgli e sei quasi in imbarazzo, ma già con l'aggiunta della terza persona giusta, BAm!, scatta la combinazione armonica e tutto fila liscio. Vi faccio pure un esempio pratico (non vi offendete vero?): andare a pranzo con mauro o con bissa singolarmente mi piace molto, ma andarci tutti e tre insieme - BAm! - è uno spettacolo! Chiaro? (non è questo il caso estremo in cui da solo non ho niente da dirgli, naturalmente)
A questo punto, la domanda che può sorgere (e usciamo dall'esempio di prima) è: un'amicizia che nelle circostanze "faccia-a-faccia" (o magari anche in tre invece che in quattro) non funziona o funziona poco, è considerabile una vera amicizia oppure no? Si usa distinguere a questo punto tra "amici" e "gruppi di amici", dove i secondi hanno una connotazione di amicizia più superficiale rispetto ai primi. Ecco, con questa distinzione (e caratterizzazione) non mi sento del tutto d'accordo: entrambe le "figure" sono, almeno per me, fondamentali e complementari.
Non sarà chissà che osservazione, mi rendo conto, ma volevo parlare di questa cosa, che pur non proponendo qualche "novità" (o presunta tale) come idea di riflessione, potrebbe servire (a me è servita) per maggiore autocoscienza (ma tutta sta autocosicenza, in realtà, c'è qualcuno che la vuole?!). La cosa carina è che il tentativo di ridurre le relazioni sociali e addirittura l'amicizia a un modello così semplice è una "semplificazione utile ma non necessariamente vera" (dalla Bibbia degli statistici). E grazie a dio! Infatti la maggior parte dei gruppi sono costituiti da un mix confuso e in continua evoluzione delle cose dette sopra, tipo un gruppo di cinque persone (e qui qualcuno potrebbe sentire le orecchie che fischiano...) può essere costituito da due sotto-gruppi di amicizie più strette (un 3+2), con all'interno del 3 a loro volta dinamiche diverse. A partire dal gruppo "totale", le situazioni in cui manca un elemento dell'uno o dell'altro sottogruppo, tipo 2+2 o 3+1 (o soprattutto le 1+1) possono (anzi, sicuramente sono) "qualcosa in meno" rispetto a quella complessiva. E poi, anzi, soprattutto: non abbiamo considerato il fattore Tempo, per cui tutto quello che si è scoperto si modifica in continuazione (in meglio o in peggio) e rende FORTUNATAMENTE impossibile una squallida codificazione come quella che sto tentando. Tanto per procedere nell'esempio di prima del 3+2, se all'inizio questa formula poteva essere (almeno per me) l'unica convincente, con l'evolversi della situazione ad oggi si sono creati degli 1+1 bellissimi. (E chi vuole capire, ha capito). In altri casi, naturalmente, può succedere l'opposto: da un 1+1 si passa a rapporti più ampi e variopinti e tali che alla fine l'1+1 iniziale viene messo in ombra. Mi rendo conto solo adesso che sto parlando con un linguaggio complicato di in realtà di cose semplicissime, ma credo che ormai si sia capito che è la mia vocazione...
Che ce vulite fà?

Baci bastardi, bastardi

3 commenti:

Anonimo ha detto...

dunque,è stato un pò arduo comprendere l'esempio del 3+2 ma penso di esserci arrivata(sei parecchio bastardo tu però..).
Io sono d'accordo con te,almeno condivido l'idea di fondo..per esempio non riesco a stare da sola con determinate persone(sia ragazze che ragazzi)perchè dopo un pò mi sento a disagio..anche se le conosco bene,magari anche da una vita..capita invece che potrei chaccherare per ore,andare a cena ecc con altre persone che conosco appena:è una questione di feeling..sarà banale ma secondo me è così.Poi bisogna dare tempo alle relazioni,devono esserci le occasioni,deve esserci la voglia/volontà di conoscere meglio le persone altrimenti gli 1+1 bellissimi di cui parli con il cazzo che si costruiscono..ma poi c entra quello che ho detto?No perchè rileggendo non mi pare..boh..mah..speriamo si capisca..
ciao bastardo..

beckks ha detto...

sognatrice: ehm sì in effetti non era un discorso mirato ma più una "navigazione a vista" nel tema...una considerazione finale però potrebbe essere del tipo: In certi casi anche un gruppo che "funziona" solo quando si è in tanti mentre quando si è in due non si ha niente da dirsi può essere (anzi: è) un elemento fondamentale per una persona, e in uanto tale non va (credo) sottovalutato. Il resto erano solo un po' di sproloqui...!

annaluce (che fine ha fatto l'asterisco?): sì che c'entra quello che dici, non ero entrato in quella dinamica lì, ma è ovvio che senza occasioni e volontà (che poi le occasioni in buona parte derivano dalla volontà) tutte le benedette dinamiche col kavolo che si attivano! Baci

beckks ha detto...

Grazie...ecco adesso mi emoziono! ^_^ (non sono molto pratico di faccine). Per il resto, vedrai che il ModelloMinimale ti attirerà presto orde di webbers... :) a presto