mercoledì, giugno 28

Coltelli e cucchiai

Era dal 1994 che non guardavo una partita in una situazione così affollata come quella della fiera di padova per italia-australia. E nel 1994, data la mia mooolto lenta evoluzione infantile-preadolescenziale, del calcio, e della vita in generale fuori dai libri e dai cartoni animati, m'importava una sega.

Detto questo.
In fiera lunedì ci sono andato con giulia e amici, troppo poca confidenza per sentirmi davevro parte del gruppo ma comunque una buona compagnia. E comunque, quello che si è rivelato importante è che c'erano all'incirca qualche centinaio di persone (a occhio, ma a far le stime sono scarso), che creavano un'atmosfera bellissima: tutti parevano convinti che i giocatori potessero effettivamente sentirli, e infatti oltre ai "nooooo", agli "aaaaaah" e alle imprecazioni varie per del piero che perde palla e gilardino che non la mette dentro, nascevano spontanei (ed estesi) applausi anche per un recupero di materazzi, per una ripartenza di zambrotta. Come a incitarli. Insomma, manifestazioni spontanee davanti alle quali a me viene da rimanere veramente a bocca aperta, nel vedere di quali ingenue dolcezze sia malgrado ogni cosa capace l'uomo del mio tempo.

(manifestazioni che nella dimensione casalinga vengono fuori inevitabilmente molto meno; questo senza naturalmente togliere nulla alla dimensione casalinga stessa (nota: cosa sarebbe di me senza i dualismi?), così atavica e tribale pure lei, nei sorsi di peroni fredda e nelle posizioni sul divano, sempre quelle, che cambiarle porta sfiga)

Comunque sia, in questo clima di applausi di incoraggiamento, vaffanculi al portiere australiano che para con i piedi le girate di toni e all'arbitro che espelle materazzi, e addirittura (questa è da paura) cori "i-ta-lia! i-ta-lia!" che si levano ad incitare i Nostri durante il difficile secondo tempo (a un certo punto ho pensato davvero che potessero sentirci, a kaiserslautern), insomma, in questo clima che già dava degli embrioni di emozioni, ecco, in questo clima festoso anche nella sofferenza sportiva, si è arrivati al rigore di totti, tutti in piedi a guardare gli occhi di totti che si preparava a tirare, tutti probabilmente a pensare Se fa il cucchiaio io piglio il coltello e l'ammazzo, e io in quel momento dato il personaggio (totti, intendo) ero praticamente convinto, che l'avrebbe fatto, il cucchiaio, che il portiere l'avrebbe parato, e che questo avrebbe rovinato la gioia bestiale che poteva uscire da quella partita, e che sarebbe stato - non dico ingiusto - ma davvero uno spreco, questo sì.

E invece.

Totti ha tirato una pizza - ma una pizza! - proprio all'incrocio dei pali, dimostrando di avere, almeno nella circostanza, due palle quadre. Una bomba! Dentro quel pallone, dentro quella traiettoria imprendibile, nell'onda alta di mani e di bandiere urlanti e sventolanti a coprire il fischio finale dell'arbitro, nel sentirsi parte di quel mare festante, ma festante davvero, contento - non un sorriso: una risata, e non una risata: un urlo - in quella vera felicità, e per di più felicità condivisa con degli sconosciuti, con un mare festante di sconosciuti, e in quel pallone, in quella PIZZA tirata da totti all'incrocio dei pali, in quel pallone che pareva urlare, urlare!, mentre compiva il suo destino dentro quella rete, ecco,
io,

mi sono emozionato. Anzi, con due z: emozzionato.

E ho scoperto che ciò che sa emozionarmi, è ciò che non mi aspetto.
E che l'uomo, la donna, l'umanità, ha mille modi per sorprendermi, e li tira fuori quando meno me l'aspetto. Ed è capace di emozionarmi, oh yes.
(Sorridevo da un orecchio all'altro, credo).

Ho scoperto che cinque, dieci minuti dopo, ancora ero in piedi che applaudivo. E dopo sono rimasto lì, seduto, disfatto, stracontento, finché tutto non è finito, a godermi la gioia della gente intorno che usciva per andare ancora a festeggiare, nella selva di clacson e cori che già da fuori si sentivano.

Contento.


E pensare che io, totti lo odio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Riflessione:"chi si è fregato l'amore per la patria?" Ieri sono stata con mia cugina di 8 anni..sul quaderno delle vacanze aveva un compito che chiedeva di scrivere un pensiero sul patriottismo e lei, senza pensarci tanto ha scritto:"Io amo tanto la mia patria infatti guardo sempre le partite dell'italia ora che ci sono i mondiali..". Ok ha ragione in passato era più facile amare la patria: bastava combattere per difenderla..dare la vita in guerra faceva di te un eroe della Patria..ma oggi come funziona?(e nessuno tiri in ballo la guerra in Iraq xchè è evidente che non ha nulla a che vedere con la nostra Patria)voglio dire..ho provato a spiegargli che forse l'amore per la patria è qualcosa di più profondo..ma cosa?..mi venivano solo esempi di gente ormai morta..e la realtà è che non ho la minima idea di cosa sia!!Forse l'amor di patria è veramente affacciarsi al balcone e vedere le case intorno alla tua tappezzate di rosso-bianco-verde, è veramente gente che urla e che balla in piazza, che gira in macchina con una bandiera che spunta fuori, è veramente quella inebriante sensazione di avere degli amici senza aver fatto nulla per meritarlo,di far parte di un tutto,di scoprire che in fondo gli altri sono esattamente come noi e questo ci impedisce di sentirci soli.Ok..ma se è questo..io potrei trovarlo pure in Argentina, in Ucraina..perfino in Togo..si potrei andare giù e festeggiare con loro dopo una vittoria..ma allora che cos'è l'amore per la patria?Esiste ancora?Tu l'hai visto passare?Puoi dirmi com'è?