domenica, dicembre 17

Che strano

Farewell, my friends.
Kristian, saralla, mathilde, carlos - la lista si allunga e comincia a includere persone importanti - è strano pensare di chiamare come sempre la gente per cena e ricordarsi che alcuni non sono più qui. Sì, è un sentimento simile al lutto (grattatevi pure, io lo sto facendo), ovviamente leggero ma in qualche modo simile.

Comunque, passiamo al piatto del giorno: il destino.
Io credo nel destino (tu! metti almeno la mano davanti alla bocca, se sbadigli - e tu che vuoi? Sì, puoi andare in bagno). Dicevamo? Magari qualcuno crede nella stessa cosa, ma la vede come congiunzione di una serie di scelte, qualcuno lo chiama dio, qualcuno sfiga o fortuna. Dopo avere letto, dategli il nome che volete - a me piace chiamarlo destino.

Allora.
Per me il destino è praticamente tutto ciò che non dipende da me. Ed è più forte la sua presenza in ciò che non mi aspetto. E comunque, una volta che un certo evento accade per destino, a quel punto spetta a me la scelta su come comportarmi.
Questo ha l'effetto di eliminare una serie di pippe mentali del tipo "ma se le circostanze fossero diverse", perché non possono esserlo (vabbè che non serviva un genio per questo), e al tempo stesso eleva la situazione attuale a unica, stimolante e splendente in virtù della sua unicità. E più attraente da vivere. Pensare che quello che accade non accade per caso mi fa proprio tirare su le orecchie, aguzzare la vista (e unire i puntini). Mi dico, se è successo ci sarà un motivo!: quello che devo fare è scoprire qual è. Un esempio semplice è quando camilla mi ha proposto di andare a rotterdam: prima di tutte le considerazioni pratiche, valutazione delle alternative e persino prima di capire se avevo effettivamente voglia di andarci oppure no, mi sono detto: perché no? Se una proposta del genere - indipendente da me, e inaspettata - mi viene fatta, di sicuro ne potrò tirare fuori qualcosa. Quindi, si va. O anche incontrare per caso una tipa che conosci (e anche qui, penso sia comprensibile come l'inaspettato giochi un ruolo importante) per la strada: invece di limitarsi a un ciao-ciao, invitarla per un caffè o qualcosa del genere. Non estenderò la cosa a un livello superiore, del tipo: le persone che ho conosciuto, le ho conosciute per destino, perché, per quanto affascinante, la cosa perde di utilità pratica.
Tutto chiaro? Ci sono domande? Oh che bello vedo una mano alzata! Come? Ah. Sì, puoi andare in bagno.
(pensavo avrei avuto di più da scrivere, certo potrei scrivere lettere a caso per vedere se qualcuno effettivamente legge ciò che ghdfiohf dfhgfvncmca sadp0)
Well.

Ieri sera ero talmente ciucco che oggi mi sono svegliato senza ricordarmi di essere andato a letto, per di più vestito, per di più con le scarpe e - questo è il particolare da dieci e lode - col cappotto.
Devo smettere di bere.

Cheers, my friends.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ehiiiiiiiii
io che sono qui in fondo..si, anch'io avevo alzato la mano..si lo so che in bagno c'é qualcun'altro ma io volevo intervenire sul tema..
(si ok, passeró per la secchiona..uff che pizzaaaa,ma se a me il tema piace e intriga..)
per me il destino é guardarsi indietro e vedere che la strada che si é percorso finora é legata da una sorta di filo conduttore..
le scelte le abbiamo fatte noi,ma nella maggior parte dei casi erano determinate comunque da avvenimenti fortuiti,casuali che peró sono successi..
ero ad A adesso sono a D.
sono passata per C per arrivare a D ma l'ho potuto fare perché mi é sucesso B..
gli altri stanno dormendo?!
va bene,chiudo qui..
prossimo tema??
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