mercoledì, giugno 14

Mi giustifico!

Quanto mi piace il mio blog!
Mi rispecchia proprio.
Rileggo i miei interventi e non li capisco neanche io!
Ah! Ah!
Chi ha riso?
Non c'è niente da ridere, bastardi.
Sei stato tu in terza fila? Guarda che so dove abiti, stronzo.
Io mi capisco benissimo.


Forse.

Tra l'altro, la scoperta scientifica del giorno è: gli occhi si muovono a scatti, non in modo continuo. E' strano, no? Io pensavo il contrario...forse in una stanza di colore uniforme, senza "punti di aggancio" per la vista ci si potrebbe riuscire, a muoverli senza scatti. O forse con molta concentrazione. Mah.

Comunque
Spesso ci sentiamo in dovere (è iniziata la parte seria cari miei, mi dispiace) di fornire giustificazioni per qualche nostro comportamento. E questo è un atteggiamento profondamente disonesto (e spesso anche piuttosto inutile), che cerco di combattere in me stesso e sul quale vorrei far riflettere anche voi testacce vuote. Quello che voglio dire è che le cosiddette giustificazioni nascondono in realtà spesso motivazioni di altro tipo. Esempi pratici (anche se non sono tanto bravo con gli esempi) ce ne sono in campi talmente diversi che meriterebbero (-ebbero, e basta, non preoccpuatevi) discorsi ognuno a sè. Tipo: perché stasera non esco con te. Oppure: perché sono stato meno bravo di te, perché "mi hai battuto". Oppure: perché sto in silenzio, oggi.
La ricerca della giustificazione appare un procedimento automatico, addirittura come l'unico possibile, in certi casi. Non ci si domanda neanche, quale sia il motivo vero: si aprte istintivamente e istantaneamente con la ricerca di una giustificazione più piacevole, più "socialmente accettabile": non esco perché Ho da studiare, piuttosto che semplicemente Non mi va; mi hai battuto Perché mi fa male un piede, o Fa troppo caldo, piuttosto che semplicemente tacere. Sto in silenzio perché "oggi sono distrutto", piuttosto che Non ho voglia di parlare punto.
Io mi rendo conto che una volta di più i miei discorsi sono abbastanza estremi, e fondamentalmente sterili, e riconosco l'inevitabilità, e tutto sommato il buon senso, che sta dietro a queste risposte "di cortesia".
I mio intento però è quello di passare da casi poco realistici per indurre la riflessione sui casi "intermedi", quelli in cui la ricerca della solita giustificazione ce la possiamo anche risparmiare.
E questo è l'invito.

Perché lo faccio?
Perché mi viene da farvi pensare a queste cose fondamentalmente (lo so anche io) inutili?
Uno: Perché ho superato una certa soglia di autocoscienza, oltre la quale lìautocoscienza stessa, che prima era fondamentalmente una croce e basta, comincia ad essere piuttosto divertente, e vorrei mostrare anche a voi come si vede il mondo da questo punto di osservazione qui, e per raggiungerlo è necessario magari non il raggiungimento ma sicuramente la ricerca dell'onestà. Anzi, meno ancora: la consapevolezza che l'onestà esiste. E sapere cosa, è onesto; poi, potete comportarvi come vi pare, bastardi. Però se conoscete consciamente qual è il vostro vero pensiero quando agite, è tutta un'altra cosa. O almeno, per me è così. E per fare questo il ripulirsi di un po' di giustificazioni mi sembra un passaggio utile.
Due: Perché odio "il solito", e un elemento così marginale nel mondo come john doe, o come la musica di capossela o dei radiohead (ma soprattutto john doe) mi ha fatto capire che il cambiamento, in questi sensi, va sempre assecondato, perché sempre ha un significato, e va scoperto, piuttosto che sterilmente rifugiarsi nel solito e rifiutare il nuovo. E sicuramente, cancellare un po' di "giustificazioni" renderebbe certi dialoghi meno "soliti" - pardon - del solito. Tutto qua.

Che palle? Almeno sono stato più breve del solito...
Anzi, ho un buon proposito: la ricerca della brevitas, in questo blog. Ma non vi prometto niente.

Ciao, stronzetti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

nooooooo,perchè vuoi abbreviare i post??Come direbbe Terry-no,sai-!!
oh,da quanto non commentavo...ma ciao maragoni!!
Alors,mon cher,je ne suis pas d'accord..ma abbandoniamo il franscese che non è il tuo forte..purtroppo non si può essere sempre sinceri e onesti,non con tutti,almeno.Per me è cosi,ci sono quelle poche anime elette con cui non hai MAI bisogno di giustificarti.Quelle persone capiscono i silenzi e non solo...
Poi,con il resto del mondo bisogna pur comportarsi da persone civili..a volte proprio per un discorso di convivenza pacifica e tolleranza(concetti sui quali mi capita spesso di sputare sopra;P) siamo portati ad essere DIS-onesti..che skifo,eh?
A toute a l'heure Maragon...